Fabbrica del falso in pieno rione “Sanità”: sequestri e denunce

sequestro-1-fabbrica-scarpe-quartiere-sanitaNel cuore del quartiere “Sanità” di Napoli gli agenti della sezione “Volanti” dell’Ufficio prevenzione generale, hanno scoperto e sequestrato una fabbrica che produceva scarpe recanti marchi di note griffe. I poliziotti, infatti, avendo notato uno strano andirivieni di persone, nei pressi di alcuni locali posti sulla strada, in vico Santa Maria Antesaecula, hanno effettuato un servizio di osservazione.

Dopo pochi minuti di attesa, da uno dei locali, è stato notato uscire, da una porta in ferro chiusa dall’interno, un cittadino marocchino. I poliziotti hanno così osservato i movimenti dell’uomo, al fine d’intervenire nel momento opportuno. Avendo notato che l’uomo si recava in un locale vicino, gli agenti hanno atteso che la porta alla quale aveva bussato si aprisse, materializzandosi con un’azione fulminea facendo irruzione nel locale. Inutile il tentativo di fuga di E. M. E. H., marocchino di 47anni residente a San Giuseppe Vesuviano, bloccato subito dai poliziotti.

Nel locale era presente un altro cittadino marocchino, di 32anni, anch’egli residente a San Giuseppe Vesuviano che, senza opporre resistenza faceva entrare i poliziotti. Gli agenti accertavano così che, il locale ubicato al civico 25, era adibito a fabbrica del falso; sequestrato al suo interno, infatti, innumerevoli attrezzature adibite alla cucitura di etichette, oltre alla stampatura a caldo di marchi del tipo “Adidas”, “Nike”, “Colmar”, “Saucony” e “Louis Vuitton” mentre, il locale al civico 28, era un vero e proprio deposito degli articoli confezionati.

Sequestrate svariate paia di scarpe, parte delle quali già pronte per essere immesse sulle bancarelle dei mercatini rionali, così come sono state sequestrate targhette, loghi, distintivi, decalcomanie ed etichette varie, riportanti i noti marchi. All’interno di un cassetto di un mobile da cucito, rinvenuta la somma di 577 euro.
I due cittadini marocchini sono stati denunciati, in stato di libertà, perché responsabili, in concorso tra loro, dei reati di contraffazione ed uso di marchi contraffatti e ricettazione.

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