E’ una tradizione antichissima che ha le sue radici all’interno del ‘700. Dopo un naufragio in mare, e dopo che tutto l’equipaggio perse la vita, un solo marinaio riuscì a salvarsi dopo essersi abbandonato nelle braccia della Madonna. Era sul punto di morire quando fece una preghiera e, essendosi svegliato a riva dopo aver perso i sensi, decise di ringraziarla invogliando tutti i “Fratièlle e surélle” che nel frattempo si erano recati in spiaggia, a pregare con lui per la grazia ricevuta.
A causa del freddo di novembre, il marinaio accese anche un falò per riscaldarsi ed è per questo motivo che in tutta Castellammare la notte del 7 dicembre si accendono focolai in tutti i quartieri. Dal lontano 1700 ad oggi, comunque, la tradizione si è sempre portata avanti di famiglia in famiglia e anche stanotte ci sono stati molti fedeli che hanno svegliato tutti gli stabiesi di tutti i quartieri.
Fin qui nulla di strano ma, come ogni anno, questa tradizione porta con se delle polemiche. Polemiche che
Non tutti però sono religiosi e non tutti amano le tradizioni. C’è anche da dire, però, che si crea questi problemi solamente chi non è nato a Castellammare, ma non deve essere una colpa. Infatti, lo stabiese fin da bambino è abituato a queste tradizioni e a questi botti, anzi sono le cose che ama di più. Ogni anno si ha sempre la conferma che “fratiell ‘e surell” può essere compresa solamente da chi è nato a Castellammare, chi è figlio adottivo di questa terra non riuscirà mai a comprendere l’importanza o il significato.