Svolta nelle indagini sul ferimento del 19enne Gennaro Esposito nella zona di “Forcella” a Napoli: il giovane sarebbe stato punito per la stretta amicizia con i “nuovi” Giuliano (nipoti degli storici boss della zona). Questo dato confermerebbe quanto temuto dagli 007 della polizia di stato: il clan di camorra dei Sibillo, operante sempre a Forcella, si sarebbe distaccato dalla nuova generazione dei Giuliano dando vita ad un gruppo autonomo composto di numerosi affiliati.
A preoccupare di più gli inquirenti il modus operandi del nuovo sodalizio criminale: giovani poco più che adolescenti impiegati come killer in gruppi di fuoco capaci di colpire ovunque sul territorio e con inaudita ferocia. Un agguato quello ordito contro Gennaro Esposito preparato con grande attenzione: gli esecutori conoscevano bene gli spostamenti del giovane, i punti di Forcella dove lo stesso si intratteneva con alcuni esponenti dei Giuliano e soprattutto, particolare rilevante, il fatto che non girasse armato.
Questo ha fatto di lui un bersaglio facile da colpire: un’esecuzione eclatante per mandare un messaggio forte ai Giuliano. Forcella e buona parte del centro storico vivono ormai in una perenne guerra di camorra. Francamente dissentiamo dalle affermazioni del sindaco di Napoli Luigi de Magistris che continua a pubblicizzare San Gregorio Armeno con i suoi presepi e le tipiche pizzerie dimenticandosi, magari per distrazione, che al contrario queste zone rappresentano proprio lo scenario di questo vergognoso conflitto malavitoso. Forse il primo cittadino attende che qualche onesto turista o cittadino cada vittima per errore dei killer del sistema per rendersi conto della gravità di un’emergenza che rischia seriamente di cronicizzarsi.
Non è più possibile parlare di due Napoli diverse nello stesso periodo storico, blaterare senza poi agire concretamente di campagne di prevenzione contro il crimine organizzato che come un fiume in piena affoga Napoli nella vergogna e nel sangue. Altro che eventi mondani per il Natale in punti “in” della città: la Napoli storica agonizza sotto lo strapotere della camorra divisa vergognosamente in ricchi e poveri, in chi può e non può senza che alcuna istituzione si adoperi concretamente perché la situazione muti in positivo. Evidentemente nel torbido si pesca meglio. E’ vergognoso vedere come a Napoli se arriva un ministro o un pezzo da novanta della politica la città si ripulisca e assuma un’aria più consona alla propria tradizione storico culturale: come però il leader di turno lascia il luoghi la comunità ripiomba nel più oscuro baratro dell’immobilismo, piangendo propri figli morti ammazzati per strada da una camorra che compra giovani vite a poche centinaia di euro e forse uno scooter.
Alfonso Maria Liguori