Omicidi, ferimenti e “stese”: ecco lo scenario della camorra nel centro di Napoli

forcellaChiaro ormai agli inquirenti lo scenario di camorra nel centro storico di Napoli nel quale si starebbero verificando agguati e stese con ritmo quasi giornaliero. A monte una scissione dei Sibillo dai nipoti dei Giuliano (storici boss di Forcella) pronti a tutto pur di rimpossessarsi di quello che una volta era la roccaforte dello zio Luigi (alias o’re). Luigi Giuliano: elemento apicale della cosiddetta Nuova Famiglia, signore assoluto dei vicoli del centro storico e compagno d’infanzia di un altro storico boss della Sanità, Giuseppe Misso.

Circondato dai fratelli Salvatore, Guglielmo, Erminia (alias Celeste) Luigi Giuliano ha scritto pagine storiche nella camorra napoletana, controllando il racket, la prostituzione, il gioco d’azzardo e in parte lo spaccio di stupefacenti (proprio sul business della droga il fratello Nunzio si dissociò dalla famiglia in seguito alla morte per overdose del figlio Pio Vittorio). Oggi sulle ceneri di quella mega organizzazione i nipoti dei Giuliano si trovano a fare i conti con gli alleati di un tempo, ovvero i Sibillo che avrebbero preferito schierarsi con nuovi gruppi emergenti della zona. Il potente clan Mazzarella di San Giovanni a Teduccio, attivo nella zona Mercato e nelle Case Nuove, al momento starebbe a guardare.

Forte di un esercito di affiliati e di gruppi di fuoco composti da killer professionisti in grado di colpire ovunque sul territorio i Mazzarella, secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi dell’Arma, attenderebbero la definizione dei precari equilibri di mala nel centro storico per schierarsi con i vincenti. Una mossa ben studiata che porterebbe i Mazzarella a controllare le principali piazze di spaccio nel cuore di Napoli. Un dato questo che aumenterebbe enormemente il potere economico di un clan che entrerebbe a pieno titolo nel gotha della camorra partenopea. Le forze dell’ordine starebbero effettuando controlli a tappeto nel centro storico, a San Giovanni a Teduccio, a Ponticelli, a Fuorigrotta e a Soccavo per indebolire con operazioni mirate al sequestro di armi e droga i potenti gruppi criminali protagonisti dell’attuale guerra di camorra.

Sul libro paga dei camorristi professionisti della Napoli bene, noti imprenditori, politici e alti funzionari delle istituzioni. I giudici fiderebbero sulle dichiarazioni dei pentiti per risalire all’identità dei burattinai del sistema. Collaboratori di giustizia che ad oggi però tacerebbero sull’argomento forse per paura di ritorsioni da parte di personaggi ritenuti “intoccabili”. Tanto, troppo sangue scorre nei vicoli di Napoli: sangue di ragazzini poco più che adolescenti che vendono la propria esistenza alla camorra per poche centinaia di euro e forse una moto. Nel mezzo gli atterriti cittadini oppressi dalla continua ansia di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Della serie: l’azzurro di Napoli è ormai macchiato dal rosso vivo del sangue dei tanti, troppi morti ammazzati di camorra.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.