La prevenzione dei fenomeni di bullismo è uno degli ambiti di intervento fra le attività proposte dal DPI, sistema di Difesa Personale Istintiva fondato dai Maestri Cosimo Mirra, Ernesto Tarchi, Onofrio Ferrara, Giuseppe Ciaravola e Luigi Aliberti. Sono istruttori di Arti Marziali preparati, motivati e con tanta voglia di offrire un servizio utile ai propri allievi. Diventare punti di riferimento, sul territorio campano, nel mondo dell’autodifesa personale civile e professionale e del combattimento da strada in situazioni di emergenza, è la mission del sodalizio sportivo.
Lo sappiamo tutti: quando si è sotto stress, in una situazione di grave pericolo in cui l’incolumità fisica è a rischio, la nostra mente va in tilt. In quel momento, l’unica cosa che ci salva è l’istinto. E l’unica difesa personale davvero efficace è proprio quella istintiva.
Una persona che pratica il sistema DPI acquisisce potenza, carattere, sicurezza, autostima, equilibrio, coordinazione, capacità di reazione, controllo delle emozioni, tutti aspetti della personalità funzionale alla difesa personale. Le tecniche insegnate non sono impiegate in ambito sportivo, in contesti di agonismo, ma sono finalizzate a fronteggiare qualsiasi situazione di pericolo che può verificarsi nei vari contesti della vita sociale, a partire dalla strada con possibili aggressioni, ad ambienti lavorativi o a luoghi d’istruzione come la scuola, passando per il contrasto alla violenza a sfondo sessuale, alla pedofilia, e al bullismo, moderna piaga della collettività.
Lo racconta Cosimo Mirra, tra i fondatori del sistema, istruttore impegnato soprattutto nel territorio a sud di Salerno, il quale in collaborazione con l’Aps “Mi girano le ruote”, sta tenendo una serie d’incontri/lezioni, nell’Istituto Comprensivo “G. Palatucci” di Campagna (Sa), sui temi del bullismo e del cyberbullismo.
«Il principale problema riscontrato è quello riguardante l’incapacità delle comunità scolastiche di riconoscere la presenza del bullismo all’interno delle loro scuole. Vogliamo, quindi, fornire ai ragazzi gli strumenti utili per poterlo riconoscere perché è un fenomeno trasversale, diffuso a macchia d’olio, e che colpisce tutti gli ambienti sociali, in particolar modo il mondo della scuola che può divenire teatro di condotte aggressive.
Il materiale audio visivo messo a disposizione ha suscitato vivo interesse nei partecipanti i quali, al termine delle proiezioni, si sono soffermati con diverse domande. Ascoltandoli è venuto fuori che i casi di bullismo accadono in prevalenza durante la ricreazione, nel tragitto casa scuola e nel cambio dell’ora di lezione. Parte del dibattito è stata incentrata anche sull’altro volto del bullismo relativo alle prevaricazioni digitali, ai pericoli del web, ossia il cyberbullismo. L’uso improprio delle nuove tecnologie, telefonini, chat, social, per intimorire, mettere a disagio o escludere, far circolare foto spiacevoli, può costituire un danno psicologico grave per i ragazzi. Non restare immobili davanti a questi avvenimenti ma andare a denunciare e a sporgere querela è uno de messaggi che abbiamo lanciato insieme all’importanza di prepararsi fisicamente ed emotivamente di fronti a questi episodi.
Gli insegnamenti proposti sono, infatti, finalizzati all’autodifesa personale dove l’allievo viene aiutato a prendere consapevolezza del proprio corpo e dell’uso della tecnica, su come usarla al meglio, sui rischi che ne possono seguire e su come evitare le situazioni di pericolo. Un percorso che si presenta di sicuro utile nei casi di bullismo a scopo di molestia».