Castellammare, Rosario La Rossa presenta il suo nuovo libro “Fiori d’Agave”

rosario-la-rossaVenerdì 2 dicembre ore 18 e 30 presso il cinema Montil, sala Annibale Ruccello, Rosario Esposito La Rossa presenterà il suo nuovo libro “Fiori d’Agave, storie di straordinaria Scampia”. L’iniziativa è stata organizzata dal circolo Legambiente Woodwardia e da altre associazioni come Funiculart, il presidio stabiese di Libera e Gli Amici della Filangieri. La Rossa, poco più che ventottenne, è fondatore di ben due case editrici ed stato recentemente insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana. La presentazione del libro rientra nella rassegna letteraria “Spacciatori di libri”, organizzata dal 2015 da Carmine Iovine, attivista locale di Libera e Legambiente. Ingresso gratuito.

Rosario Esposito La Rossa nasce a Napoli il 13 settembre del 1988. Ha pubblicato per la Marotta&Cafiero editori Al di là della neve (Premio Siani 2008), Libera Voce, Mostri e Sotto le ali dell’airone (Premio UISP 2012), ha inoltre partecipato a diverse antologie. Nel 2007 ha fondato l’associazione Vo.di.Sca. (Voci di Scampia), in memoria di suo cugino Antonio Landieri, vittima innocente di camorra, e nel 2010 con Maddalena Stornaiuolo la compagnia teatrale Vodisca Teatro. È tra i fondatori del giornale Quarta Parete e del marchio Made in Scampia. Attualmente gestisce le case editrici Marotta&Cafiero e Coppola editore.

L’agave sboccia una sola volta nella vita, alcune volte dopo 100 anni. I suoi fiori sono i fiori più grandi del fiori-dagavemondo, alti anche 9 metri. Nelle pagine del libro si racconta una Scampia che non fa notizia, l’umanità di un posto divenuto marchio. Si raccontano i Fiori d’Agave sopravvissuti all’ultima guerra di camorra. Racconti che hanno come protagonisti gli invisibili, le storie di quelli che non finiranno mai in prima pagina. Ragazzi, mamme, detenuti, tossici, bambini, spacciatori, maestri, la resilienza di un quartiere che prova ad uscire fuori a testa alta, con dignità.

Vite raccontate senza giudizio, sogni e bisogni narrati da un altro punto di vista, dall’interno, senza l’obbligo di fare audience. Provare a mettersi nei panni degli altri, anche se alcune volte, gli altri, a primo impatto, sono i nostri nemici. Questo libro è un parricidio, è la sfida che i giovani lanciano ai padri, la voglia di fare un’altra vita, di non emigrare, di fottersene della frase “tale albero, tale frutto”. Fiori d’Agave sembra dirci: “Potremmo fare tutti i progetti della legalità, provare a fare i superman di strada, trasformare i ragazzi a modo nostro, ma se non conosciamo le storie, i vissuti, i perché, lasceremo sempre i più deboli un passo indietro”.

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