Omicidio dell’ingegnere a “Chiaia”: sequestrati i dispositivi della vittima

omicidio-chiaia-1Proseguono a ritmo serrato le indagini sull’omicidio dell’ingegnere Vincenzo Materazzo avvenuto a Napoli in via Maria Cristina di Savoia: la polizia ha sequestrato il pc e il telefonino della vittima per effettuare riscontri utili all’identificazione dell’assassino. Intanto il medico legale ha depositato il referto che parlerebbe di tre coltellate alla schiena e di una fatale alla giugulare. Colpi inferti con precisione e inaudita violenza a giudicare dalla profondità delle ferite. Le immagini di una telecamera presente sul posto hanno ripreso un uomo a piedi con volto coperto da casco integrale allontanarsi dalla scena del delitto.

Secondo gli investigatori si tratterebbe, molto probabilmente, del drammatico epilogo di un’accesa vincenzo-materazzodiscussione iniziata forse il giorno prima tra la vittima e l’aggressore. Si tratterebbe comunque di qualcuno ben noto a Materazzo, che conosceva bene le abitudini e gli spostamenti del noto ingegnere partenopeo. Una brutta vicenda per le forze dell’ordine, una tragedia per una nota e stimata famiglia di Napoli che si trova in queste ore a vivere un vero e proprio incubo. Gli 007 della polizia starebbero ricostruendo minuziosamente la dinamica dell’aggressione e gli spostamenti della vittima nelle ore immediatamente precedenti all’omicidio. Ci si chiede cosa possa aver spinto l’aggressore ad un gesto così estremo e quali fossero i reali motivi del diverbio che ha portato poi all’omicidio.

Tra i residenti della zona tanto sconcerto. La famiglia della vittima ha fatto sapere di riporre massima fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura: ai segugi della polizia il compito ora di dare un volto e un nome all’omicida. Indagini che potrebbero nelle prossime ore riservare grosse sorprese e magari qualche inatteso colpo di scena. Non si esclude infatti che vengano ascoltate persone informate dei fatti per arrivare ad un movente ad oggi fondamentalmente ignoto. Della serie: una semplice lite finita in tragedia? Potrebbe non essere andata così, agli investigatori della polizia “l’ardua sentenza”.

Alfonso Maria Liguori

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