La paura di essere contagiati dal virus dell’Hiv, causa della malattia, che si trasmette per contatto di sangue e provoca la distruzione dei globuli bianchi, le difese immunitarie dell’organismo, e può portare alla morte anche per un banale raffreddore, era diventata una vera e propria psicosi collettiva.
Nelle scuole, in famiglia, nelle comitive di amici non si parlava d’altro, l’attenzione era massima e tutti, bene o male, sapevano che il male è incurabile e che per prevenire l’infezione è necessario prestare particolare attenzione a tutte quelle situazioni a rischio come i rapporti sessuali non protetti e il riutilizzo di siringhe usate.
Col passare del tempo, vuoi per i progressi della medicina che hanno ridotto la mortalità per Hiv o per gli inspiegabili black out nella comunicazione e nella prevenzione della malattia, la grande paura è andata via via scemando e dell’Aids non si è più parlato.
Il male però non ha cessato di essere pericoloso tanto che nel mondo esistono ben 38 milioni di contagiati e 2 milioni sono i nuovi casi ogni anno, di cui più del 50% muoiono perché non hanno accesso alle cure mediche.
Anche in Italia la situazione è preoccupante, i nuovi malati ogni anno sono circa 3500 e nella fascia d’età tra i 25 e i 29 anni si registra l’incidenza più alta di nuove diagnosi. L’alto contagio tra i giovani è la prova che la consapevolezza nel nostro paese è diventata molto bassa e servirebbe immediatamente una campagna di prevenzione a livello nazionale. Spiegare ai giovani, ad esempio, che usare il preservativo nei rapporti sessuali è importantissimo per prevenire questa e altre malattie veneree, potrebbe ridurre di molto il rischio contagio e salvare l’esistenza di tanti.
Oltre alla consapevolezza e alla prevenzione è fondamentale, per ridurre il rischio e migliorare la qualità della vita dei malati, conoscere il proprio stato di salute. Purtroppo esistono moltissime persone sieropositive, ossia che hanno contratto il virus dell’Hiv ma la patologia non si è ancora manifestata, che neppure sanno di esserlo e che potrebbero infettare altre persone.
Scoprire precocemente la sieropositività permette, inoltre, di accedere tempestivamente alle cure mediche che abbassano la virulenza del male allungando di molto la prospettiva e la qualità della vita dei malati. A tal proposito dal 1 Dicembre 2016, giornata mondiale di lotta all’Aids, è possibile acquistare anche nelle farmacie italiane, al costo di 20 euro e senza ricetta medica, un nuovo test diagnostico per sapere se si è sieropositivi o meno nell’arco di pochi minuti.
Essere informati e fare il test per la sieropositività sono aspetti importanti della nostra vita sociale quindi bando alla paura, alla vergogna, alle superstizioni e diamoci da fare.
Ferdinando Fontanella
Twitter: @nandofnt