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Castellammare, deep web ed euro falsi: arrestato il super hacker

immagineNella mattinata odierna, il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli e il Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali – emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta di questa Procura della Repubblica nei confronti di otto persone (due arresti in carcere, tre arresti domiciliari e tre obblighi di firma).

Oltre a Guerriero Carmine, che era a capo dell’associazione, sono stati bloccati anche alcuni dei suoi familiari e amici. Arrestato Salvatore Caldarelli, 55 anni, residente Terzigno mentre agli arresti domiciliari sono andati Anna Sorrentino, 22 anni cugina di Guerriero, la madre ed una delle due sorelle del genio informatico. Parliamo di Carmela Cavallaro, di 48 anni, nata a Torre Annunziata, e di Filomena Guerriero, classe ’88, residente a Castellammare. Coinvolta nell’indagine anche la sorella più piccola in famiglia.Infine è stato sottoposto all’obbligo di firma R.C., classe ’88, residente nel vesuviano; V.F., 52enne di Gragnano ed R.C. residente a Capaccio.

Si tratta di un’operazione importantissima che ha coinvolto varie nazioni europee in quanto i soggetti sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione di banconote falsificate nonchè di ulteriori fattispecie afferenti la falsificazione di atti e documenti (patenti di guida e permessi di soggiorno).

Da quanto emerso nella conferenza stampa, indetta questa mattina, l’indagine è partita nel 2015 e grazie all’intercessione dell’Europol, ha coinvolto anche Autorità estere in quanto l’organizzazione criminale era stata capace di allargare la sua attività in tutto il mercato nazionale europeo. In particolare, il sodalizio delinquenziale, sfruttando le notevoli abilità informatiche di Guerriero Carmine (già noto al grande pubblico), effettivo promotore e organizzatore della compagine, individuava i clienti finali mediante la pubblicazione di annunci riguardanti la vendita di banconote di euro contraffatte su un sito del “deepweb”, che è quella parte “invisibile” di internet alla quale si può accedere solo ricorrendo a specifici e dedicati applicativi informatici.

Nel relazionarsi con la clientela, il Guerriero, al fine di garantirsi l’anonimato, faceva ricorso a diversi nickname, tra cui a quello di “NapoliGroup”, una sorta di marchio di garanzia, in quanto si tratta dell’espressione utilizzata dagli organismi comunitari per etichettare l’ottima fattura della falsificazione di banconote realizzata da una rete di falsari operanti nell’hinterland di Napoli. Dopo aver instaurato i primi contatti con i clienti, la consorterie criminale provvedeva ad inviare alcuni campioni da visionare, l’indirizzo e-mail da contattare per definire l’acquisto e un foglio con indicati i mezzi di pagamento preferiti, tra i quali anche il canale dei money transfer e il cosiddetto “bitcoin” (un‘innovativa modalità di corresponsione che garantisce ulteriormente l’anonimato delle transazioni finanziarie).

Una volta ricevuto il pagamento, l’organizzazione inviava la valuta contraffatte occultata all‘interno di libri tagliati nel mezzo che venivano affidati a ignari corrieri nazionali o esteri, utilizzando falsi documenti (allo scopo di non rendere immediatamente identificabili i mittenti dei plichi). Complessivamente il valore facciale delle sole banconote false sottoposte a sequestro spedite dai membri dell’associazione a delinquere ammonta a oltre 150 mila euro. Nondimeno nella considerazione che il Guerriero Carmine risultava essere stato destinatario di numerosi bonifici effettuati da una delle maggiori società europee che gestisce la citata moneta virtuale bitcoin, veniva interessata anche l’Autorità Giudiziaria maltese la quale comunicava che il predetto, aveva maturato proventi per un importo complessivo di oltre 160 mila euro, da considerarsi profitto dell’attività delittuosa. Secondo le stime iniziali, l’associazione ha contraffatto monete per un totale di circa 600mila euro.

Non è la prima volta che Guerriero Carmine, stabiese del quartiere Moscarella, finisca su tutti i giornali. Il giovane, infatti, fin da ragazzo ha sempre manifestato un grande talento per l’informatica che poi l’ha tramutato in attività illegali. Nel lontano 2013, Guerriero venne bloccato addirittura in Spagna dove aveva appena concluso uno degli ultimi colpi nel mondo informatico. E’ infatti considerato uno dei più pericolosi broker in tutto il territorio europeo.

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