“L’architettura delle Idee”, presentato a Napoli l’ultimo lavoro di Riccardo Florio

evento-stazione-zoologicaIl professor Riccardo Florio ha presentato, nel pomeriggio di ieri, presso la “Stazione Zoologica Anton Dohrn” di Napoli il suo ultimo lavoro, “l’Architettura delle idee” edito da “Artstudiopaparo”.
In una sala gremita di studiosi, studenti ed appassionati di architettura ed anche di scienze naturali si sono alternati ospiti di rilievo, moderati dal professor Alessandro Castagnaro, che hanno illustrato il variegato e composito volume del Florio. “La scelta di dedicare un volume alla vicenda architettonica della Stazione Zoologica di Napoli e di intitolare questo libro L’Architettura delle Idee scaturisce da un duplice motivo” sottolinea l’autore “l’aver profondamente apprezzato lo spirito innovativo che ha animato il suo fondatore e l’interesse per le particolari circostanze che ne hanno contrassegnato il carattere architettonico e il suo farsi costruzione”.

Il lavoro, oltre a contare su numerosi documenti inediti provenienti dall’Archivio Storico della Stazione Zoologica di Napoli e su una serie di disegni, anche questi inediti, elaborati dopo una intensa attività di rilievo, che documentano lo stato attuale dell’edificio si articola anche sul ritrovamento di numerosi schizzi e disegni di progetto di Adolf Hildebrand e di Carl Sattler, fino ad ora non pubblicati, che sono stati consultati presso l’Architektur Museum della Technische Universität di Monaco e presso la Bayerische Staats Bibliothek di Monaco. “Il risultato” prosegue Florio “è stato quello di ripercorrere un’avventura senza eguali dal punto di vista scientifico e da quello della sua compenetrazione ideativa con la composizione in itinere della sua architettura, attraverso gli strumenti di introspezione conoscitiva che solo l’azione dello scrutare il complesso sistema segnico sotteso alla processualità progettuale, che è propria del Disegno, ha consentito di raggiungere”.

Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica ha sottolineato come “il lavoro, narrando la storia della opera realizzata da Anton Dohrn nel 1872, sita all’interno della Villa Comunale di Napoli, è non solo una narrazione ma un punto di partenza per il futuro sviluppo di quella particolare area”.
Mario Losasso, Direttore del Dipartimento di Architettura DiARC, ha messo in rilievo l’interesse per l’ateneo Federico II per queste strutture, affermando “ In un periodo di instabilità come quello attuale è essenziale fare da colante tra le strutture e la cultura” “ quest’opera è uno studio comparato, un approccio conoscitivo del tutto avanzato che mette in relazione la rappresentazione col progetto ed allo stesso tempo col contesto”. Franco Purini, dell’ Università di Roma La Sapienza, ha apprezzato il volume che ha definito “Un lavoro notevole, un monumento al monumento, dal respiro quasi romanzesco e che appassiona per l’ampia capacità narrativa ed avventurosa della storia” proseguendo “rappresenta in evento-stazione-zoologica1tutto e per tutto un incontro descrittivo del mediterraneo tra Illuminismo partenopeo e Romanticismo tedesco”.

Un incrocio interessantissimo delle ideologie europee sottolineato anche da Paolo Giordano, della Seconda Università di Napoli, che afferma, tra l’altro come “la struttura rappresenta un connubio tra scienza ed arte, evidenziato egregiamente dal Florio”. Andrea Sciascia, dell’Università di Messina, pone a sua volta in rilievo la connessione fondamentale tra l’opera e l’evoluzionismo, in particolare tra Anton Dohrn, che tra l’altro è di origini siciliane, e Darwin, sottolineando il ruolo della struttura, così come emerge dal testo di Florio magnificamente, ovvero una invenzione, una messa in pratica e studio delle teorie, non una scoperta ma una messa in pratica delle stesse in un loro rendersi compiute.
Infine l’autore ci tiene a sottolineare come “Anton Dohrn ha avuto le idee chiare sin da subito, creare un monumento, un edificio ove arte e scienza potessero coesistere e cooperare, l’uno sostegno e strumento” e conclude “Il volume scaturisce dal lavoro di ricerca che da alcuni anni è stato condotto sull’architettura dell’edifico grazie soprattutto alla collaborazione, gentilezza e professionalità del personale, dei suoi collaboratori e di tanti colleghi, nonché della grande disponibilità dell’editore”.

Giovanni Di Rubba

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