A Napoli i familiari del boss temono agguati e girano con l’auto blindata

lancia-thesis-light-blackTensione alle stelle nel quartiere “Cavalleggeri” a Napoli: i congiunti del ras Alessandro Giannelli (attualmente detenuto ma prossimo alla scarcerazione) girerebbero in una “Lancia Thesis” di colore nero blindata. Un dato da non sottovalutare: sembra, infatti, che in particolare il padre del boss Giannelli, che gestisce un bar sempre a Cavalleggeri, adoperi l’auto per trasportare in sicurezza parenti e nipoti temendo un possibile agguato da parte di clan rivali. Timore fondato: solo pochi mesi addietro infatti lo stesso figlio di Alessandro Giannelli scampò per miracolo ad un agguato mortale. Il ragazzo in sella ad uno scooter fu raggiunto a Cavalleggeri da due killer in sella a una moto che gli esplosero contro numerosi colpi di pistola.

Ferito di striscio ad un braccio la vittima si accasciò al suolo simulando di essere morto: una recita messa in essere talmente bene da convincere gli esecutori del raid che si diedero rapidamente alla fuga. Poche ore dopo essere stato medicato all’ospedale “San Paolo” il ragazzo pubblicò su “Facebook” immagini che lo ritraevano in atteggiamenti di aperta sfida nei confronti dei mandanti del commando. Una polveriera: così viene definita l’intera zona dalle forze dell’ordine che pattugliano ininterrottamente l’area compresa tra Bagnoli e Cavalleggeri. Il pericolo è che una volta tornato in libertà Giannelli i D’Ausilio di Bagnoli (retti dal boss latitante Felice) tentino di eliminarlo con ogni mezzo e in modo eclatante al fine di mandare un segnale chiaro a chiunque decidesse di ostacolargli il cammino criminale.

Racket, controllo delle piazze di spaccio e manipolazione degli appalti previsti per “Bagnoli Futura”: questa la posta in gioco per la quale clan spietati e gruppi camorristici (per i Giannelli nessuna sentenza parla di clan) si affrontano sul campo a suon di stese e morti ammazzati. Nel mezzo i residenti terrorizzati di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Un’atmosfera tutt’altro che serena per l’ormai prossimo Natale: “radio mala” mormorerebbe che qualche pezzo da novanta di entrambi gli schieramenti criminali potrebbe per le feste di fine anno “non mangiare l’aragosta” (nel gergo malavitoso significa essere ammazzato) in una lotta al potere camorristico mai così caotica come in questa parentesi storica per Bagnoli e Cavalleggeri. Un brutta gatta da pelare per gli inquirenti che starebbero effettuando un grande lavoro di intelligence al fine di prevenire stese e agguati proprio nel periodo natalizio in cui maggiore è l’affluenza di gente in strada.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.