Napoli, oltre mille lavoratori “Tim” in corteo: “No ai tagli, noi il motore dell’azienda”

corteo-tim-napoli-4Uno sventolare di bandiere accompagnato da musiche e canti ieri ha invaso le strade del centro di Napoli. Si trattava del corteo di un migliaio di dipendenti “Tim”. Partiti da piazza Mancini, si sono diretti verso palazzo San Giacomo per chiedere un incontro con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Lo sciopero ha interessato le principali piazze italiane. Alla base delle proteste, i tagli per 1,6 miliardi di euro per i dipendenti, a fronte del premio di 55 milioni ai dirigenti, ma soprattutto la mancanza di un piano industriale, “perché – come ha spiegato uno dei manifestanti – un’azienda senza un’opportunità di crescita e un piano preciso è destinata a morire”.

“Manifestiamo il nostro dissenso contro la classe dirigente che sta operando tagli per far fronte ai loro benefit. – hanno spiegato i lavoratori in corteo – La mancanza di un piano industriale ci porta ad essere lavoratori a rischio. Nella stessa nostra condizione ci sono lavoratori di tutta Italia, siamo circa 45mila dipendenti. La situazione è drammatica per la perdita di dignità da parte di noi lavoratori che siamo il vero motore dell’azienda. La dirigenza non può far finta di non ascoltarci”.

Lo sciopero è stato indetto da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, ma l’organizzazione della manifestazione ècorteo-tim-napoli-12 ad opera del Clat, il Collettivo Lavoratori Tim Autoconvocati, che, in un volantino, ha riassunto i motivi della protesta. “Succede solo in Tim – si legge nel documento – meno soldi ai dipendenti, più premi ai dirigenti”. Insomma i dipendenti sono in agitazione per: “premio elargito a marzo ai dirigenti (circa 48mila euro cadauno) a fronte della mancata erogazione del premio annuo ai dipendenti; piano industriale formato da tagli per 1,6 miliardi di euro a fronte di premio di 55 milioni di euro all’amministratore delegato, senza investimenti in prospettiva futura; richiesta di ulteriori tagli al salario dei lavoratori, modifiche sul controllo a distanza e modifiche orarie che annullano lo straordinario; dipendenti in solidarietà da anni senza che si cerchi una soluzione definitiva, ma usandola solo come un modo per ridurre i costi a favore del management”.

Circa 32mila i lavoratori che con i contratti di solidarietà si sono visti decurtare lo stipendio già negli anni precedenti e che adesso rischiano il dimezzamento della retribuzione. “Lavoratori di Tim uniti – si legge ancora nel volantino – pretendiamo soluzioni dignitose e consistenti per il nostro futuro”. “Siamo stanchi dell’immobilismo sindacale. – ha spiegato un rappresentante del Clat – La parola d’ordine è ‘unità’. Le bandiere le mettiamo da parte oggi”.

Roberta Miele

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