Omicidio a “Pianura”, tanti lati oscuri da chiarire: il clan o una truffa dietro l’agguato

pianura-napoliProseguono a ritmo serrato le indagini degli inquirenti dopo l’omicidio del 32enne Raffaele Pisa avvenuto ieri a Napoli nella zona di “Pianura”. Gli 007 della polizia di stato seguirebbero due piste: una porterebbe ad una vendetta trasversale del clan “Marfella-Pesce” contro i “Romano-Mele” (a cui la vittima sarebbe vicina), un’altra ad uno sgarro fatto da Raffaele Pisa a qualche pezzo da novanta del rione “Traiano” (da cui proviene Pisa). A non convincere gli inquirenti il basso spessore criminale del 32enne: solo un precedente per truffa e nessuna condanna per camorra. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere stata proprio una truffa messa a segno nei confronti della persona sbagliata a condannare a morte Pisa.

Strana anche la dinamica dell’agguato: mentre la vittima parlava nei pressi di un circoletto poco distante dalla propria dimora a Pianura da uno scooter sarebbe sceso un giovane a volto coperto che avrebbe con tutta calma estratto una pistola semiautomatica calibro 9 (a giudicare dai bossoli ritrovati) e fatto ripetutamente fuoco all’altezza del petto contro Pisa. Inutile il trasporto all’ospedale “San Paolo” del 32enne giunto già morto al pronto soccorso del nosocomio. Troppa freddezza nel killer, troppa determinazione: un lavoro da professionista. Per eliminare una semplice pedina il sistema non ingaggia professionisti ma giovani alle prime armi, arrivando a pagare per un omicidio “secondario” non più di 300 euro. Ben altra cosa se davanti al grilletto c’è un boss. Tanti i punti oscuri da chiarire nella ricostruzione di un omicidio che gli stessi investigatori hanno definito “anomalo”.

La gente intanto continua a vivere nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Una circostanza che ribadiremo sempre perché drammaticamente reale: ieri infatti a Pianura intorno alla vittima erano presenti persone innocenti che discutevano con amici e conoscenti. Ancora una volta solo per miracolo si è evitata l’ennesima tragedia. Senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione questi sono i risultati. Mentre il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si bea pubblicamente per il numero di turisti in città e per le iniziative straordinarie promosse sul territorio per il periodo natalizio nella stessa realtà si muore ammazzati ogni giorno, si ruba, si delinque in ogni modo passando paradossalmente quasi inosservati. Contraddizioni di una società moderna o palesi discrepanze gestionali in una scissione della città in ricchi e poveri? Alle future generazioni partenopee l’ardua sentenza.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.