L’operazione è partita dal Reparto territoriale di Nocera Inferiore che hanno avviato un’ordinanza applicativa di misura cautelare a carico di 16 indagati ritenuti responsabili di associazione camorristica ma in particolar modo di estorsioni ed usura. Dalla conferenza stampa di questa mattina è emerso che i clan che controllano normalmente la zona a confine fra la provincia di Napoli e quella di Salerno, si erano divisi il territorio e sottomettevano ai loro ricatti e alle loro minacce solamente le persone dei loro quartieri.
Fra questi clan spicca quello dei Cesarano: in carcere è finito anche Luigi Di Martino, o’ profeta, di Castellammare che secondo le forze dell’ordine aveva un ruolo di spicco nel palcoscenico criminale stabiese. Con lui sono finiti in carcere anche Nicola Esposito (altro reggente della cosca), e anche Giovanni Cesarano detto Nicola.
Grazie alle indagini attivate in passato nei confronti del clan Ridosso – Loreto di Scafati, è stato possibile rintracciare tutto il giro delle estorsione della zona vesuviana e salernitana e questa mattina, dopo mesi di intercettazioni, sono partite le misure cautelari a carico di ben 16 indagati tutti colpevoli a vario titolo.
I gruppi criminali, dal 2004 al 2016, con metodi violenti hanno cercato in tutti i modi di impadronirsi dei soldi di imprenditori e commercianti che per paura non hanno mai denunciato il fenomeno. In particolare, era il clan Ridosso – Loreto il più attivo di tutti: quest’ultimo imponeva gli appalti (attraverso tre imprese societarie intestate a dei prestanome) per il servizio di pulizie nei centri commerciali. Nel loro mirino era finito anche il Bingo di Pompei che era costretto a pagare mensilmente il “pizzo” al clan scafatese.
Ecco comunque tutti i nomi dei fermati: Luigi Di Martino detto Giggino o’ profeta, Nicola Esposito detto o’ mostro, Roberto Cennatiempo, Giovanni Cesarano detto Nicola, Gennaro Ridosso, Luigi Ridosso, Salvatore Ridosso mentre risulta irreperibile Fiorentino Di Meglio. Agli arresti domiciliari invece sono finiti Francesco Paolo D’Aniello, Alfonso Morello, Vincenzo Pisacane e Dariuccio Spinelli. Misure interdittive invece per Giacomo Casciello, Giovanni Immediato e Mario Sabatino.