Il Gazzettino vesuviano | IGV

Concorso in polizia, clamoroso: il capo annulla tutto. Ecco perché

concorso poliziaClamoroso avvenimento nel mondo dei concorsi pubblici: il capo della polizia Franco Gabrielli ha annullato le prove scritte che si sono tenute il 4, 5 e 6 maggio scorsi del concorso per la nomina di 559 allievi della polizia di stato. In pratica: tutto da rifare. E non finisce qui: secondo alcune fonti ufficiali sarebbe imminente l’avvicendamento del personale dell’ufficio del dipartimento che si occupa dei concorsi. Sull’intera vicenda è in corso un’indagine della magistratura: ad accendere i riflettori del sospetto e del conseguente annullamento del concorso i brillanti risultati ottenuti dai candidati alla prima prova delle selezioni, ovvero il quiz di cultura generale.

Incredibile ma vero quasi 200 partecipanti hanno ottenuto il punteggio massimo rispondendo correttamente a tutte le risposte mentre altri 140 hanno commesso un solo errore e altri 100 ancora appena 2. Casualmente, per chi ancora crede alle casualità, quasi tutti i concorrenti che hanno ultimato il test senza commettere alcun errore risultano residenti in Campania. Una brutta storia con un risvolto positivo però: il capo della polizia Franco Gabrielli ha dimostrato estremo rigore nel preservare la trasparenza in uno dei concorsi più ambiti dai giovani italiani. Un segnale importante in un momento storico particolarmente arido di valori per le nuove leve: bombardati quotidianamente da casi di corruzione e collusione i giovani hanno progressivamente perso fiducia nelle istituzioni e nella legalità. Testimonianze del genere accendono la fiamma della speranza in chi non chiede altro che di misurarsi lealmente con i propri coetanei per il raggiungimento di un obiettivo significativo.

La stessa Procura sembra determinata a non fare sconti: si attendono colpi di scena e coinvolgimenti eclatanti in un’inchiesta destinata, a giudicare da alcuni mormorii provenienti proprio dalla magistratura, a trascinare nel fango anche esponenti delle forze dell’ordine. Sarebbe veramente giunto il momento di fare pulizia: usiamo però doverosamente il condizionale. Il problema è che in certi ambienti l’imbroglio e la corruzione sono talmente diffusi da essere difficilmente individuabili, a meno che a cadere non fosse l’intero “sistema”. Su questo punto lo scrivente resta fortemente scettico sognando un giorno in cui nei pubblici concorsi possa vigere realmente il motto “vinca il migliore” e non sempre e solo “il più gettonato”.

Alfonso Maria Liguori

Exit mobile version