Ha cercato di scappare da una finestra risalendo poi una scarpata erbosa ma grazie all’elicottero è stato individuato e bloccato dai carabinieri. E’ terminata così, poche ore fa, la latitanza del boss Felice D’Ausilio, capo dell’omonimo clan di camorra che opera nelle zone di Napoli di “Bagnoli”, “Cavalleggeri” ed “Agnano”. Stando a quanto emerso dalle ultime inchieste la cosca si stava riorganizzando cercando di riprendere il controllo delle attività illecite nella zona flegrea soprattutto attraverso il racket imposto ai commercianti.
Felice D’Ausilio, 35 anni, figlio del capo storico del clan, Domenico alias “Mimì ‘o sfregiato” condannato all’ergastolo e detenuto in regime di “41 bis”, era detenuto presso il carcere di Tempo Pausania ed aveva fatto perdere le proprie tracce nel maggio scorso dopo aver ottenuto un permesso premio. L’ormai ex latitante è già stato condannato alla pena dell’ergastolo per omicidio ed associazione di tipo mafioso.
Ad arrestare D’Ausilio sono stati i carabinieri della sezione “Catturandi” del Nucleo Investigativo di Napoli a seguito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Indagini che hanno portato i militari a stringere il cerchio sicuri del fatto che il boss non si sarebbe allontanato molto dalla zona d’interesse della sua cosca. D’Ausilio si nascondeva a Marano di Napoli in un appartamento preso in affitto. Al momento dell’irruzione il 35enne, come già accennato, è scappato da una finestra mentre nell’abitazione è rimasto un 50enne di Qualian che si prendeva cura del latitante.
Il fatto che il clan di camorra dei D’Ausilio si stava riorganizzando è stato chiaro nel momento in cui i carabinieri hanno effettuato un’indagine sul giro di estorsioni nella zona flegrea arrestando a settembre quattro affiliati della cosca tra cui il fratello di Felice, Antonio. Nell’area di Bagnoli e Cavalleggeri, inoltre, c’era il rischio concreto dello scoppio di una faida tra criminali: la stessa zona, infatti, è contesa anche da un altro gruppo, quello che farebbe capo ad Alessandro Giannelli, attualmente detenuto.
Francesco Ferrigno
Alfonso Maria Liguori