Agguato a Melito, 40enne ferito a colpi di pistola: l’ombra della criminalità

agguatoAgguato di camorra nel napoletano. Il 40enne Tommaso Caporrino la notte scorsa è stato ferito con numerosi colpi d’arma da fuoco a Melito e trasportato dalla madre presso l’ospedale di Giugliano in Campania. I sanitari hanno subito giudicato gravi le condizioni dell’uomo giunto al pronto soccorso con numerose ferite alle gambe e al torace. Caporrino è un volto già noto alle forze dell’ordine: proprio sulle amicizie scomode della vittima in queste ore starebbero indagando gli 007 dei carabinieri per ricostruire movente e dinamica di un raid tutto ancora da decifrare.

Si parlerebbe di sgarro nei confronti di qualche grosso esponente malavitoso della zona punito con l’agguato ma anche di nuova ondata di violenza in una delle zone più tormentate dell’hinterland partenopeo. Forte nei luoghi lo scontro tra la potente cupola di “Secondigliano”, in particolar modo tra gli “Amato-Pagano”, e i cosiddetti cani sciolti, ovvero ex fedelissimi degli scissionisti oggi determinati a conquistare remunerative piazze di spaccio sul territorio a suon di morti ammazzati sul campo.

Poi c’è la spinosa questione della “Vanella Grassi”: clan ormai in declino, secondo alcune indiscrezioni addirittura non più attivo, dopo il pentimento del boss Antonio Accurso e la cattura del leader carismatico Umberto (fratello del pentito). Umberto Accurso viene indicato dagli inquirenti come un giovane boss spietato, cinico, con grosse doti manageriali (sembra che fosse riuscito persino a truccare partite di calcio di serie B). Soldi investiti ovunque quella della Vanella Grassi, tra attività ristorative e centri benessere sparsi anche in altre regioni.

In quest’ottica il ferimento del 40enne potrebbe essere un’ulteriore riprova della guerra in atto per la difesa di una leadership criminale che gli Amato-Pagano reclamerebbero da tempo forti di un potere economico e militare da paura. Centinaia di affiliati, gruppi di fuoco formati da killer professionisti e pusher insospettabili al servizio dei signori della mala di Secondigliano. Gli inquirenti sperano di poter chiudere le indagini in tempi brevi mantenendo al momenti il massimo riserbo. Intanto i cittadini continuano a vivere nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Puntare sula sola repressione non basta: senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione la camorra avrà sempre gioco facile. Della serie: ancora sangue in una guerra di camorra che non conosce tregua.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.