C’è stata una impennata nel numero delle ordinanze di sgombero firmate in quest’ultima settimana a Striano dal responsabile del servizio urbanistica del comune, l’architetto Antonia Crisci.
Ben cinque edifici, su sollecitazioni verbali e scritte dei residenti, sono stati sottoposti a sopralluogo che ha permesso all’ente comunale di interdire ad horas a chiunque ne disponga l’uso e l’accesso.
Gli edifici segnalati sono collocati in varie zone della città, alcuni nel centro abitato, altri nel nucleo storico. Tra questi risulta essere chiusa anche la chiesa congregatizia del Santissimo Crocifisso, di proprietà dell’omonima confraternita retta da un commissario vescovile e risalente al 1700. La chiesa, si legge nell’ordinanza, “si trova in cattivo stato di manutenzione, con la contestuale sussistenza di una situazione di potenziale pericolo per la pubblica e privata incolumità a causa dell’incuria e del degrado in cui versa […].Da una prima indagine il prospetto principale dell’immobile su via Nazario Sauro presenta varie zone di degrado dell’intonaco e dei cornicioni, con il rischio di possibile caduta degli stessi e/o di altri elementi pericolanti”.
La chiesa, da cui parte ogni anno la celebrazione del Corpus Domini, conserva opere artistiche di notevole pregio. La pala d’altare di Felice De Tommaso del 1740, raffigurante la Crocifissione, le statue settecentesche di san Giuseppe e san Rocco, il coro ligneo e il pregevole altare di marmo policromo. Caratteristico anche il portale, realizzato con tartaro di Sarno, esemplare unico nel suo genere.
Tra gli altri edifici chiusi troviamo un’altra abitazione in via Nazario Sauro, a pochi metri dal municipio, un’altra in via Martiri Ungheresi, una in via Palma vicino alla porta civica di San Nicola, una in via Roberto Serafino, nei pressi del Villaggio del Bambino, e nella stessa strada, un portale antico risalente al XVII secolo collocato in un cortile poco distante dalla Banca popolare Vesuviana.
Adesso i proprietari delle abitazioni sono obbligati a mettere in sicurezza gli edifici e a vietarne il passaggio e l’uso. Si spera prendano provvedimenti per abbattere, ricostruire o consolidare gli edifici a seconda del valore storico-artistico che posseggono. Insomma, un primo passo alla rigenerazione urbanistica e al recupero del centro storico e non solo.
Raffaele Massa