Ancora degrado a Napoli nella zona di “Agnano”: se non fossimo stati sufficientemente chiari nel narrare lo sconcio che umilia i luoghi foto e video possono testimoniare lo stato di abbandono e di abbrutimento sociale in cui versa l’intera area. Siamo quasi stanchi, in tutta onestà, di ribadire come le traverse di via Scarfoglio siano trasformate in discariche abusive (tra i rifiuti pezzi di auto e moto rubate, pneumatici, grossi elettrodomestici, ecc.) ma ci da forza l’idea di dover espletare deontologicamente il ruolo di informatori non trasformando ad arte i fatti ma riportando la realtà in tutta la sua crudezza.
A poco o nulla sono valsi i tentativi mossi da “qualcuno” che ha tentato più volte di dissuaderci dal riportare la verità: noi rispondiamo con immagini eloquenti a questi individui che dovrebbero solo vergognarsi dello stato pietoso in cui hanno ridotto Napoli. Ovviamente chi scrive si assume tutte le responsabilità di affermazioni basate su immagini precise di “fatti”, su testimonianze visive di quanto descritto nei vari articoli. Giovani di colore continuano ad attendere nel pressi dell’ippodromo di Agnano che qualche caporale li recluti per la manovalanza giornaliera (ovviamente sottopagata e senza alcun rispetto delle normative previdenziali e di sicurezza sul lavoro).
Dio solo sa cosa potrebbe emergere da quei cumuli di rifiuti presenti ad Agnano: forse armi usate per agguati di camorra o materiali altamente nocivi per la salute. E’ giusto allora chiedersi come mai ad oggi non si sia intervenuti per bonificare l’area da immondizia di ogni genere da un lato e dall’atro per risalire al sistema con il quale i poveri braccianti di colore vengono sfruttati da gente senza scrupoli. Ma forse che importa: Agnano è lontana dal cuore della città e a Napoli basta che si cantino cori di Natale a “San Gregorio Armeno” e si riempiano i locali del centro di turisti è “tutto a posto”.
Riponiamo massima fiducia nelle forze dell’ordine, che dovrebbero però godere di risorse ben diverse in termini di uomini e mezzi per la loro stessa incolumità, e nella magistratura: siamo certi che prima o poi la Procura si interesserà con attenzione di certe vergognose realtà assicurando alla giustizia i responsabili di tale scempio e i cattivi controllori, ovvero quelli che sulla carta sarebbero preposti alla tutela della pubblica sicurezza ma palesemente non lo fanno. Questi individui non hanno nulla a che vedere, sia chiaro una volta per tutte, con gli operatori dell’ordine che con professionalità e coraggio onorano le proprie uniformi giorno per giorno in realtà fortemente a rischio come quella partenopea.
Alfonso Maria Liguori