“Sempre pronti a svolgere il nostro dovere con professionalità e umanità, doti che non dovrebbero mai essere disgiunte dall’azione di chi rappresenta lo Stato”: queste le parole del segretario generale Coisp di Napoli Giulio Catuogno da sempre in prima linea nella difesa dei diritti e della tutela di chi è preposto al controllo della pubblica sicurezza. “Napoli è una realtà difficile – ha precisato Catuogno – per chi si trova a difendere la legalità e le istituzioni con mezzi spesso molto inferiori al sistema criminale stesso. Gli ultimi drammatici avvenimenti che hanno visto come vittime colleghi nell’esercizio delle proprie funzioni evidenziano i limiti e le disfunzioni nelle quali operano uomini e donne che rischiano quotidianamente la vita per lo Stato.
Purtroppo spesso le nostre unità devono sopperire con l’intuito e con mezzi propri alle inefficienze organizzative di un governo che negli ultimi decenni ha fatto veramente poco per le forze dell’ordine. Il nostro è un lavoro che va svolto con passione, credendo fortemente in quello che si rappresenta e si difende: in tal senso fondamentale è l’approccio che i giovani poliziotti hanno con il proprio ruolo. Non si tratta semplicemente di ‘impiegarsi’ ma al contrario di entrare in una crescita qualitativa che inizia dalla gavetta, dal freddo e dalle notti insonni delle volanti, senza conoscere termine alcuno. Un miglioramento continuo basato sull’esperienza e sulla profonda conoscenza del materiale umano con il quale si interagisce quotidianamente. In tal senso alla squadra mobile di Napoli e ai colleghi tutti un sentito ringraziamento per l’abnegazione con la quale svolgono un servizio di fondamentale importanza per la sopravvivenza stessa della nostra Repubblica”.
Personaggio noto e stimato Catuogno parla con tono cordiale e determinato al tempo stesso, proprio di chi la Polizia e il senso del dovere li ha cuciti nel cuore. “Sotto l’uniforme – ha continuato il segretario generale Coisp di Napoli – c’è l’essere umano con i suoi pregi e difetti. Ingiusto e riduttivo appare quindi generalizzare l’atteggiamento vergognoso tenuto da un tutore dell’ordine corrotto o colluso con la camorra come se in qualche modo fosse ‘normale’ tra gli operatori di polizia. Sia chiaro che a questi ‘infedeli’, come amiamo definirli, non vengono fatti sconti ne usata clemenza alcuna. Quando si parla di Polizia noi con la mente andiamo ai colleghi caduti eroicamente in servizio onorando la propria uniforme e a quelli che hanno riportato gravi danni fisici nel corso di operazioni contro il crimine organizzato.
L’opinione pubblica deve rammentare il sacrificio di chi ha pagato il prezzo massimo per la causa, il dolore dei familiari che hanno perso drammaticamente i propri cari rei solo di aver svolto con onestà e competenza il proprio dovere. Questa è la Polizia, queste sono le forze dell’ordine. Ci auguriamo che lo Stato potenzi al più presto i sistemi di sicurezza a tutela degli operatori dell’ordine che non chiedono altro che di essere rispettati e amati dalle istituzioni che con coraggio difendono. Eroi? No, solo cittadini italiani che hanno giurato di difendere la Repubblica Italiana e le Sue leggi, sempre fieri del ruolo ricoperto e delle uniformi indossate”.
Alfonso Maria Liguori