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Sant’Anastasia, al Borgo di Sant’Antonio, il presepe si fa storia

presepeviaromaNel silenzio della sera, il buio di ogni vicolo, di ogni portone, di ogni stradina con paglia sparsa a terra, sarà rotto qua e là da torce, come luci discrete e soffuse, perché ancora una volta il rione Sant’Antonio diventa Presepe. I Giocondi, l’associazione che lo realizza con la regia di Luigi De Simone, saranno in campo per far rivivere la storia non solo della nascita del bambinello, ma anche quella dell’epoca, mista alle tradizioni vicine e lontane.

130 e più figuranti, artisti vari e visitatori daranno vita nella notte del 24 dicembre al noto presepe vivente, esempio di vita e di cultura oltre che di religione.

Il Presepe vivente anastasiano nasce nel 1980. Rappresentato esclusivamente la notte di Natale, uno dei pochi casi in Italia, vuole essere il ricordo di quanto S. Francesco fece a Greccio nel 1223.

Così un borgo intero abitato, il 24 dicembre notte, depone il suo aspetto e si veste da presepe.

L’illuminazione pubblica viene sospesa. Paglia sparsa a terra e fiaccole accese lungo il percorso creano un’atmosfera  magica che rinvia ad altri tempi e ad altri luoghi.

Cortili e strade, androni di palazzi e vicoli, ospitano scene viventi che introiettano lo spettatore nel Presepe fornendogli emozioni e suscitando interrogativi.

Le scene, con i figuranti in costumi caratteristici, confezionati artigianalmente, di cui alcuni  risultano di elevata fattura e preziosità, vanno da un minimo di 12 ad un massimo di 18 e raffigurano episodi legati al mistero dell’incarnazione.

Episodi biblici richiamano la sacralità del mistero (Profeti, Annunciazione, Sogno di Giuseppe, Visita a s. Elisabetta); scene di contestualizzazione romano giudaiche storicizzano l’evento (Corte di Erode, Magi, Palestina); l’attualità della Natività è proposta con scene di vita quotidiana (mercato, osteria, lavandaje, pescatori…).

Sempre è presente una scena che ricorda S. Francesco e il suo primo Presepe.

La Natività è proposta in unica soluzione dopo la S. Messa, a ricordare l’aspetto teologico dell’Incarnazione (Gesù si incarna ogni volta nel sacrificio dell’Eucarestia, come ricorda il Presepe di Greccio in cui la rappresentazione della Natività era inserita durante la celebrazione Eucaristica).

Trombe araldiche con i loro squilli ne annunciano l’inizio dalle ore 21,00 della Vigilia di Natale, girando nel quartiere e chiamando a raccolta figuranti e visitatori.

I figuranti, posizionati nelle singole scene animano l’azione che viene continuamente ripetuta; luci e suoni contribuiscono a rendere particolarmente emozionante la rappresentazione.

Negli anni il presepe vivente si è affermato a tal punto che si contano a decine i Comuni della Regione che chiedono la riproposizione nel loro territorio (Positano, Portici, Furore, Pomigliano d’Arco, Napoli, Casoria…..).

All’evento sono state dedicate due pubblicazioni: Il Presepe Vesuviano (di Dora Amato, ed. Pironti) e “Quanne nascette Ninno” di L. De Simone e S. Giordano (ed. Savarese).

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