Fino all’otto gennaio prossimo, al teatro Bellini, è di scena il clown russo Slava in “Slawa’s Snowshow”.
L’artista, nato in un paesino della Russia centrale, ha trascorso la sua infanzia tra le foreste, i campi ed i fiumi, cioè in quel mondo incontaminato della natura dove ha sviluppato la capacità di inventare storie fantastiche che oggi porta in palcoscenico: scene che stimolano la fantasia, specialmente delle giovanissime generazioni.
Si iscrive alla facoltà di ingegneria all’Università di Leningrado e contemporaneamente alla scuola di mimo, perché il suo sogno è diventare clown. Egli diviene un personaggio riflessivo, influenzato da Marcel Marceau e da Chaplin. Nel 1979 fonda una propria compagnia che gli dà una nuova dimensione del suo ruolo di clown, portandolo dal circo alla strada ed in seguito su tanti palcoscenici del mondo.
La notorietà cresce in fretta ed i suoi allievi fanno lunghi viaggi, per poter approfondire la tecnica di unire teatro visivo e clown. Nel 1988 Slava recita all’Hackney e in altre sale di Londra; parte poi per un lungo giro nei teatri dell’America del Nord.
In seguito riunisce 150 clown per un tour di sei mesi in Europa Orientale ed Occidentale. Al teatro Bellini, dove è ormai di casa, porta il suo “Slava’ Snowshow” , in cui, dice la presentazione, in sala cadono dal cielo coriandoli, neve, nebbia, palloni colorati e tanta poesia.
Gli spettacoli sono in continua evoluzione ed è ciò che caratterizza lo spettacolo del protagonista, egli ha la capacità di sorprendere tutti, adulti e bambini.