La società guidata dal presidente Enricomaria Natale (nella foto con Montalto) ha subito accettato il verdetto del campo (4-1 a favore dei padroni di casa) ma di certo non poteva accettare il comportamento dei dirigenti e dei tifosi riardesi che hanno aggredito i 4 dirigenti casalesi presenti allo stadio e l’allenatore del team di Casal di Principe.
Da sottolineare una cosa: questi sono i fatti. Che sono stati accertati anche dai carabinieri giunti al campo “e ai quali abbiamo subito richiesto di intervenire – afferma il segretario del Casale 1964 Giuseppe Romano – visto che gli animi si erano improvvisamente accesi. Perché il direttore sportivo del Riardo Maurizio Montalto non cita proprio le forze dell’ordine? Perché non si parla di un uomo non identificato che non ha permesso al nostro allenatore di dare indicazioni alla propria squadra per venti minuti (e non 2 o 3) dopo essere arrivato addirittura in campo vicino alla mia panchina? Ad un certo punto siamo stati costretti a distogliere lo sguardo dal campo per riuscire a spegnere la rabbia dei riardesi. Vincere e perdere fa parte dello sport, ma a Riardo anche questi atteggiamenti fanno parte del magnifico mondo del calcio? Accettiamo la sconfitta e non troviamo alibi alla prestazione. Il 4-1 maturato sul campo per il Riardo dà merito alla squadra ma di certo non ai propri dirigenti”.
Il segretario Romano poi chiude con un messaggio alla società del Riardo Soccer e alla Federazione Italia Giuoco Calcio: “In un campo sportivo, in occasione di una gara ufficiale, dovrebbe essere garantita sempre la presenza di forze dell’ordine, cosa che invece a Riardo non è accaduta. E lo stesso direttore di gara deve assicurarsi che ci sia qualcuno presente prima del fischio d’inizio. In ogni caso vogliamo rassicurare i dirigenti e i calciatori del Riardo Soccer: al ritorno allo stadio ‘Comunale’ di Casal di Principe sarete ospitati nel migliore dei modi come abbiamo fatto fino ad oggi con qualsiasi squadra.
Di certo non vi riserveremo lo stesso trattamento che voi avete avuto con noi. Ma si sa, ci sono società e società. E la nostra è una di quelle serie”.