Il rione “Traiano” a Napoli nuovamente teatro di guerre di camorra: ormai gli inquirenti non avrebbero più dubbi. Dolo l’ultima stesa della notte scorsa (ritrovati sul vialone principale del quartiere cinque bossoli calibro 9×21) sulla zona è calato il coprifuoco: saltata la tregua tra i “Puccinelli-Petrone” e i “Vigilia”. La gente lo sa e vive nel terrore di trovarsi per caso al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Garantendo l’anonimato abbiamo intervistato alcuni giovani del posto che senza alcun indugio hanno dichiarato: “C’è aria di guerra e di morti ammazzati. Qui è così: si nasce e si cresce praticamente a continuo contatto con i camorristi , di conseguenza anche le persone che con il sistema non hanno nulla a che vedere temono per la propria incolumità. Questa la drammatica realtà quando saltano gli equilibri di camorra: si può essere uccisi solo perché magari conoscenti o lontani parenti di pezzi da novanta dei clan.
Un’emergenza storica per il rione, eppure leggendo i giornali sembra quasi che sia una novità. Il rione Traiano è popolato da tanta gente onesta, studenti e lavoratori: purtroppo però l’ingerenza della criminalità organizzata è talmente rilevante da faticare volte a distinguere il lecito dall’illecito costringendo noi ragazzi ad assumere spesso atteggiamenti da duri che non ci appartengono ma che ci servono a difenderci in realtà dove se parli italiano o ti comporti in modo educato non sei buono e hai vita difficile”.
Parole dure e vere proferite da ragazzi poco più che adolescenti che dovrebbero far riflettere istituzioni e politici. Invece di litigare mediaticamente con lo scrittore Roberto Saviano il sindaco di Napoli Luigi de Magistris visiti più spesso la periferia e i quartieri ghetto dove ad oggi lo Stato fatica vistosamente ad imporsi. A volte si ha quasi l’impressione che si narri di realtà parallele a quella partenopea: si parla di San Gregorio Armeno e di presepi quando negli stessi vicoli si spara a ritmo impressionante per il controllo delle piazze di spaccio sul territorio.
“Sanità”, “Forcella”, “Quartieri Spagnoli”: luoghi simbolo della città abbandonati a sé stessi e in balia di gruppi criminali senza scrupoli. Con pochi mezzi e uomini le forze dell’ordine fanno l’impossibile per garantire la sicurezza dei cittadini ma onestamente ci chiediamo quanto possano resistere in condizioni operative estremamente precarie.
In questo guano un plauso è rivolto alle associazioni di volontariato e alle parrocchie che quotidianamente difendano la legalità con strumenti pacifici come l’aggregazione giovanile e le attività di laboratorio volte alla diffusione della cultura nelle zone più a rischio di Napoli. Della serie: parli di Napoli chi la vive e la conosce profondamente, gli speculatori e gli arrivisti imparino a pensare prima di blaterare nel rispetto della dignità del popolo partenopeo.
Alfonso Maria Liguori