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Temperature sotto lo zero: i residenti dei monti Lattari senza acqua

lettere-freddo-1Non si ferma il freddo polare che si è abbattuto sul sud. E se non ci sono più le mezze stagioni, non c’è più nemmeno la certezza che il freddo e il gelo siano associati al nord, alla Padania o, al massimo, al versante appenninico italiano, comprese le zone avellinesi. Le temperature col meno davanti sono ben note pure al sud, pure ai paesi che si affacciano sul mare e che dovrebbero godere dei suoi benefici. Le miti condizioni termiche a cui i paesi napoletani, nello specifico quelli della comunità dei monti Lattari, sono abituati, sono state sballottate e sovvertite dalla morsa polare di neve, ghiaccio e vento che abbraccia minacciosa ogni zona e non intende lasciarla.

Abbiamo già scritto dell’allerta meteo, delle avvertenze e delle indicazioni dei sindaci di ogni paese, dei consigli della stessa Gori che si occupa della gestione delle acque pubbliche. Ma a molto non è servito se oggi, 8 gennaio, ci si sveglia senza acqua, con condotti privati ghiacciati. Tralasciando quelle che possono sembrare ai più delle superficialità facilmente rimandabili, quali le impossibilità di svolgere mestieri casalinghi o di occuparsi della detersione personale, il problema c’è ed è grande quanto il freddo sentito, se non anche di più.

Dalla notte del 6 gennaio, albori dell’Epifania ad oggi, molti residenti di Lettere, Gragnano, Casola di Napoli, Pimonte e Agerola non hanno acqua in casa. La Gori ha ben pensato di chiudere in molte località l’acqua nelle ore notturne, onde evitare che questa potesse ghiacciare all’interno delle tubature. Il servizio viene ripristinato a partire dalle sei del mattino, con strascichi fino alle 10 nei comuni più distanti dal cuore dei Lattari. Immaginate di dover uscire per lavoro alle prime luci dell’alba, di necessitare di acqua anche solo per usare i servizi e di non trovarla per più giorni consecutivi. Il 2017 sembra iniziato proprio con la luna giusta per dare sfogo alle migliori incavolature. Ma se in mattinata tutto tornasse alla normalità si potrebbe tergiversare sul nervoso mattutino e fare fede a una calda doccia in pomeriggio.

Ovviamente non risulta fattibile manco l’opzione B giacché il freddo non cessa durante il giorno e i residui dell’acqua chiusa la sera prima si sono gelati ostruendo il passaggio di un bene troppo volte dato per scontato ma la cui assenza pesa e pure tanto. L’assenza di sole, di caldo, di tempore tipico delle ore centrali della giornata manca e il ghiaccio formatosi la notte non riesce a sciogliersi. E quindi, senza acqua di notte, senza acqua di giorno si è costretti a contare quante stalattiti si sono formate ai rubinetti esterni e a ricorrere all’acqua fatta divenire calda su fiamma per avere almeno il viso pulito.

A poco servono i rimedi prêt-à-porter per rimediare. Dalla copertura dei contatori con tessuti termici e caldi, allo strofinamento dei tubi nel vano tentativo di formare un po’ di calore all’interno del malefico condotto ghiacciato. Se vi state chiedendo se il phon accesso e il suo caldo getto possano essere utili, la risposta è no. Dopo essersi accertati che i tubi siano resistenti al caldo calore del phon e che non si vada ulteriormente a danneggiare una situazione già estrema, si è provati anche con lo spartano phon.

Insomma, ultimo Iphone alla mano ma acqua calda fatta su fuoco per il bidet. un piede nel futuro e tutto il resto in condizioni di disagio assurdo. L’inizio dell’anno sembra essere promettente.

Anna Di Nola

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