Fiducia a sindacato e aziende: a Napoli, baluardo di civiltà a difesa del lavoro

Forze sociali a Napoli: baluardo di civiltà a difesa dell’occupazione e dell’incremento della stessa. Il sindacato: a prescindere dalle sigle un organo importante che in una realtà come Napoli può e deve fare la differenza in positivo.

Giorni addietro il cardinale Crescenzio Sepe aveva pubblicamente condannato il costume mafioso e la violenza legata alla sub cultura madre della camorra richiamando l’attenzione generale sull’importanza dell’occupazione quale deterrente all’alienazione sociale. Un segnale importante lanciato da un principe della chiesa che oggi le forze sociali sono chiamate a tutelare più che mai. 

Prendiamo fermamente le distanze da generalizzazioni  qualunquiste del tipo: “i sindacati sono corrotti” oppure “le forze sociali sono pronte a vendersi per i propri interessi”, nella ferma convinzione che dietro il ruolo ci sia l’essere umano, buono o cattivo, onesto o venduto e soprattutto che sovente l’accusatore occupi un posto di lavoro proprio grazie al sindacato che “accusa”.

Per non incorrere quindi nel ridicolo e accusare mulini al vento ci soffermiamo al contrario sul ruolo centrale nelle trattive per la conservazione del lavoro delle forze sociali ad oggi unica vera ancora di salvezza per ogni lavoratore. Se dovessimo al contrario mettere in discussione l’integrità dei sindacati allora dovremmo applicare tale criterio di valutazione all’intera classe politica e a buona parte delle istituzioni.

Questo l’errore da non commettere, la trappola da evitare: “divide et impera”, quanto chi attenta quotidianamente alla legalità e ai principi della Repubblica applica fedelmente questo motto latino con la capacità distruttiva della peggiore forma di cancro in grado di estendere metastasi in ogni settore della società. Pensiamo ai lavoratori precari e al ruolo che il sindacato può svolgere nella trattativa per il passaggio a tempo indeterminato di chi in fondo non chiede altro che di vivere con dignità.

Il progresso non può  e non deve  essere concepito solo nell’accezione negativa e disfattista, sul fronte occupazionale, del termine ma al contrario come l’acquisizione da parte della forza lavoro di una formazione professionale al passo con i tempi. Ogni macchina per quanto complessa necessita sempre di un essere umano che la governi e la manutenzioni per garantirne un funzionamento ottimale.  Della serie: fiducia nelle forze sociali e nella capacità di creare ulteriore occupazione da parte di colossi aziendali operanti a Napoli.

Alfonso Maria Liguori

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteAggredisce un anziano. la Polizia interviene ed arresta un 29enne marocchino
SuccessivoI racconti di Bronx Film alla Casa del Cinema di Roma
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.