Il miracolo della Napoli che rinasce, ma intanto si spara ancora

Non si arresta l’ondata di violenza che negli ultimi giorni sta gettando Napoli nel terrore.

Nel tardo pomeriggio di oggi è stato accoltellato un 25enne a Piscinola. Alessandro Riso, queste le generalità della vittima colpita con due fendenti all’emitorace e ricoverato d’urgenza presso l’ospedale Cardarelli per un delicato intervento chirurgico. Secondo l’ultimo bollettino medico Riso non sarebbe comunque in pericolo di vita.

Prontamente accorsi sul luogo del ferimento gli agenti del commissariato di Scampia che starebbero ascoltando alcuni testimoni e visionando i filmati delle telecamere di sicurezza presenti in zona per chiarire la dinamica dell’aggressione e identificare i responsabili.

Alessandro Riso avrebbe precedenti penali per rapina, evasione e stalking. Gli investigatori batterebbero due piste:  uno sgarro a qualche pezzo da novanta del sistema punito in modo esemplare o una rivalità di origine passionale che sarebbe sfociata nel grave ferimento.

Gelosia o sgarro alla camorra: in entrambi i casi le indagini risulterebbero oltremodo complesse perché ostacolate dal muro di omertà che ancora in certe realtà protegge criminali della peggior specie. Tanto, troppo sangue versato per le strade di Napoli in pochi giorni. Le stesse strade che qualche amministratore locale si ostina a definire sicure, parlando di una città in grande ripresa economica e sociale. 

Ancora una volta a giudicare dai drammatici eventi riteniamo che si parli di realtà ben diverse da quella partenopea. Napoli è una città ricca di storia e cultura  dalle capacità produttive inimmaginabili: su questo non ci sarebbe discussione a patto però che poi le cose andassero per il verso giusto e non si confondesse l’immaginazione con la più miserabile delle realtà. Perché in certi quartieri di Napoli, anche del centro storico, si può finir male solo per aver guardato un secondo di troppo la persona sbagliata o aver assistito involontariamente a qualche commercio “illegale”, soprattutto in materia di stupefacenti.

Ovviamente per chi arriva in certi luoghi all’interno di macchine blindate o comunque scortato il problema non si pone. E’ facile allora fare sermoni qualunquisti e gridare al miracolo socio-economico.

Ben altra faccenda è invece vivere certe realtà da persone normali, essendo quotidianamente costretti a condividere gli spazi  con camorristi e lestofanti senza scrupoli. Della serie: mettiamoci almeno in accordo con i signori politici sulla città di cui si narra o correremo il rischio di finire miserabilmente nel ridicolo agli occhi del mondo.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.