
Freddo eccezionale quello che ha colpito tutto il Sud Italia. Freddo eccezionale che si è fatto sentire in tutti gli edifici pubblici che sono stati chiusi per più giorni in queste appena passate vacanze natalizie. In prima fila le scuole che al rientro, lunedì scorso, sono state trovate, per ovvi motivi, ancora gelide.
Una situazione comune a migliaia di edifici scolastici della provincia di Napoli, non escluse le scuole torresi. Quando poi all’anomala ondata di freddo si associa un guasto o un malfunzionamento, magari causato proprio dagli straordinari a cui sono state sottoposte le caldaie e allora si registra il collasso e partono le proteste.
A Torre Annunziata a finire sulla stampa è stata quella legata ad una delle tante scuole cittadine che versano, in realtà, in condizioni simili se non peggiori, sotto il profilo del riscaldamento. All’Istituto Comprensivo Giacomo Leopardi e precisamente alla sede di via Murat, edificio dell’ex scuola “Parini”, qualche genitore ha fatto sentire la propria voce protestando per l’eccessivo freddo sofferto in classe dai propri figli.
Tutto condivisibile se non fosse che alla luce dei fatti, la polemica sembra effettivamente sgonfiarsi perché, utilizzando una formula inadeguata per il contesto, ma prettamente calzante: i fatti non sussistono.
Storie di normale amministrazione nell’Italia del 2017, di celerità e di, forse inattesa, efficienza. Storie di normale amministrazione anche quelle legate ai reclami dei genitori, che devono fare presenti le vicissitudini dei figli e della comunità scolastica. Meno normale, invece, annunciare scioperi e “ammutinamenti” per un problema, in effetti già risolto. Minacciare di restare a casa mercoledì 11 gennaio, quando la soluzione è già stata trovata lunedì 9 gennaio, non è comprensibile.
A quanto pare la protesta non era stata concordata con i rappresentanti eletti dei genitori, ne tantomeno presentata prima alla dirigenza della storica scuola torrese che nel frattempo si era già attivata e, coadiuvata dal comune, aveva già risolta la causa scatenante della protesta stessa. In poche ore si è creato un caso fondato praticamente sul nulla. Qualche disagio effettivamente c’è stato, ma i tempi tecnici da rispettare e l’eccezionale situazione climatica non potevano che creare una situazione come quella della scuola di via Murat.
Di certo nelle scuole di mezza Italia fa ancora freddo, il problema è che fa proprio freddo in mezza Italia. L’emergenza forse andava fronteggiata lasciando gli studenti a casa per qualche altro giorno nella speranza che il clima diventasse più clemente, ma questo sarebbe dovuto essere deciso dai sindaci o dai prefetti, proprio come è avvenuto in tanti comuni e province sotto la neve o strette nella morsa del freddo. Ciò non è accaduto a Torre Annunziata. Fermo restando che nel caso specifico della scuola di via Murat i termosifoni restano accesi e lo sono già da qualche giorno, le alternative restano due: restare a casa o tornare a scuola sapendo che siamo in inverno e che fa particolarmente freddo, sapendo anche che magari a scuola si piu stare con i cappotti indossati. Ma queste sono decisioni che individualmente dovranno prendere i genitori.
Roberta Miele