Napoli, i clan si stanno armando: sequestrate pistola e mitragliatrice

Brillante operazione di polizia di stato ieri sera a Napoli: gli agenti del commissariato “San Paolo” a “Fuorigrotta” hanno rinvenuto e sequestrato in un appartamento sito in via Marco Aurelio un fucile semiautomatico “Franchi” calibro 12 (risultato rubato a Qualiano nel 210), una pistola mitragliatrice “Scorpion” calibro 7,65 modificata per l’utilizzo del silenziatore, munizioni di vario calibro, 100 grammi di marijuana e 120 grammi di cocaina purissima. Gli inquirenti non avrebbero dubbi: i clan del rione “Traiano” si starebbero riarmando per la nuova guerra di camorra sul territorio.

L’immobile disabitato in via Marco Aurelio, dov’è avvenuto il sequestro, risulta sotto il controllo dei gruppi “Puccinelli-Petrone-Legnante”: gli investigatori temono che i prezzi della droga oltremodo competitivi nel rione Traiano ostacolino le piazze di “Scampia” e “Secondigliano” che potrebbero scendere in guerra per il controllo assoluto delle principali piazze di spaccio. Una sorta di monopolio dello smercio di stupefacenti che i clan sarebbero pronti a contendersi a suon di morti ammazzati per strada. “Radio mala” parlerebbe di gruppi di fuoco composti da giovani poco più che adolescenti, fanatici e spesso cocainomani consumati pronti a fare fuoco contro chiunque e a qualsiasi ora del giorno.

Dell’emergenza sicurezza nel rione Traiano ci eravamo occupati spesso in passato intervistando giovani del posto sulle reali condizioni di vita di chi popola l’area. Il problema è che le istituzioni in certe zone di Napoli faticano vistosamente ad imporsi: le forze dell’ordine fanno l’impossibile per garantire la pubblica sicurezza con organici insufficienti e supporti logistici inadeguati.

Purtroppo l’inoccupazione e l’ignoranza favoriscono enormemente la camorra: poche centinaia di euro per comprare la vita di un adolescente, forse uno scooter e un cellulare griffato. Tanto agli occhi ingenui di chi vive in famiglie umili dove si fatica persino a mettere insieme pranzo e cena. Così le giovanissime vittime intraprendono un percorso di inciviltà e violenza che conduce inesorabilmente alla tomba o al carcere. Ecco perché crediamo in tutta onestà che qualche amministratore locale continui a decantare una realtà ben diversa da quella partenopea. Della serie: senza scolarizzazione e occupazione il match con il “sistema” è perso in partenza, il resto è retorica e nulla di più.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.