Napoli, “Capodimonte”: rapina in tabaccheria. Commercianti esasperati

Rapina a mano armata a “Capodimonte”: presa di mira una tabaccheria di via Lieti a Napoli nella tarda mattinata di ieri. Semplice la dinamica: tre uomini a volto coperto, di cui uno armato di pistola, hanno fatto irruzione nella nota tabaccheria di Capodimonte. Il rapinatore armato ha subito intimato al titolare di consegnare l’incasso e i pacchetti di sigarette contenuti nell’espositore sito alle spalle del commerciante.

La vittima, dopo aver consegnato 500 euro dalla cassa e tabacchi per il valore di 2000 euro ha tentato di bloccare l’uomo armato: ne è nata una colluttazione sull’uscio del negozio culminata in un colpo alla testa ricevuto dal commerciante sferrato dal malvivente con il calcio della pistola. Trasportato all’ospedale Cardarelli il titolare dell’esercizio è stato medicato con una prognosi di 10 giorni. Sull’accaduto indagano i poliziotti del commissariato “Stella San Carlo Arena” che hanno acquisito i filmati delle telecamere di sicurezza presenti sul posto per risalire all’identità dei rapinatori.

I residenti sono esasperati: dopo il tramonto del clan di camorra “Lo Russo” seguito al pentimento dei capi storici e in particolare alle clamorose rivelazioni del pentito Carlo Lo Russo quello che resta del gruppo criminale starebbe sbarcando il lunario a suon di furti e rapine messe a segno nella zona di Capodimonte.

Secondo alcune indiscrezioni agli ex fedelissimi dei Lo Russo, si parlerebbe tra l’latro di pezzi da 90 della mala e killer professionisti, servirebbero soldi per acquistare armi e droga, materie prime indispensabili a riconquistare il territorio e le remunerative piazze di spaccio site tra Miano e Capodimonte. Nel contempo altri clan tenterebbero da “Secondigliano” di annientare definitivamente l’ultima scia dei Lo Russo, i tanto temuti “capitoni di Miano”, proiettandosi coì sempre di più verso il cuore della città.

In questo progetto di espansione camorristica in particolar modo gli scissionisti di Secondigliano godrebbero di accordi sottobanco con nuovi gruppi criminali partenopei: il patto, secondo “radio mala”, sarebbe quello di nominare propri referenti sul territorio i nuovi baby boss una volta vinta la guerra con le vecchie famiglie del sistema. Un piano ben studiato che aumenterebbe esponenzialmente il potere economico e militare della cosiddetta cupola di Secondigliano. Della serie: il nuovo sistema avanza sulle ceneri della vecchia camorra napoletana.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.