Sempre nell’ambito delle stesse indagini fermati il 33enne Luciano Rippa e il 25enne Gennaro Vicedomine, ambulanti nello stesso mercato e non interni al clan Mazzarella. La partecipazione dei due alla spedizione punitiva sarebbe nata dal timore che gli extracomunitari ribellandosi alla logica del sistema potessero in qualche modo creare una concorrenza imbattibile nei confronti dei commercianti itineranti partenopei.
Grazie ad un lavoro certosino della polizia e dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli si è giunti in tempi brevi all’identificazione e all’arresto dei responsabili del grave atto delittuoso. A vario titolo i fermati sono ritenuti responsabili dei reati di lesioni personali aggravate, estorsione, tentata estorsione, porto e detenzione illegale di arma da fuoco, tutti aggravati del metodo mafioso.
Cozzolino è ritenuto colui che materialmente ha esploso i colpi d’arma da fuoco che hanno ferito i cittadini senegalesi e la bambina mentre Lambiase nel corso dell’aggressione era armato di una mazza da baseball. Quest’ultimo è il fratello di Giammarco Lambiase, ucciso il 1 marzo del 2015 a seguito di un regolamento di conti tra clan camorristici contrapposti. Rippa e Vicedomine, invece, operano nel mercato della Maddalena/Duchesca. Costoro, cosiddetti “naviganti”, ed all’occorrenza venditori ambulanti, all’interno del mercato svolgono un’attività itinerante finalizzata ad individuare gli acquirenti della merce stoccata dai commercianti all’interno di magazzini della zona. Per tale attività percepiscono una percentuale del prezzo di vendita della merce e sono costretti anch’essi a versare la tangente al clan, circa trenta euro a settimana.
Hanno partecipato alla spedizione punitiva, Rippa armato di una mazza di ferro, perché convinti dagli esponenti del clan Mazzarella che gli stranieri, praticando prezzo più bassi, alteravano il mercato riducendo gli introiti dei venditori ambulanti italiani. Le serrate indagini dell’Antimafia e della squadra mobile partenopea hanno consentito, in breve tempo, l’identificazione dei responsabili del grave episodio. Ricostruite dettagliatamente le motivazioni, le fasi dell’aggressione e del ferimento dei tre venditori ambulanti stranieri, una vera e propria spedizione punitiva, organizzata da appartenenti al clan camorristico Mazzarella per colpire, in particolare, un quarto cittadino senegalese, anch’egli venditore ambulante, reo di non aver versato la somma di venti euro a titolo di estorsione imposta per poter esercitare liberamente la propria attività commerciale.
Accertati i ruoli e le responsabilità dei fermati ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di lesioni personali aggravate, estorsione, tentata estorsione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, reati aggravati dal metodo mafioso perché commessi per realizzare gli scopi criminali ed agevolare l’organizzazione camorristica dei Mazzarella da tempo operativa nella zona centrale della città.
Ormai gli inquirenti non avrebbero dubbi: un indebolito clan Mazzarella (dagli ultimi arresti eccellenti e dai sequestri ingenti di beni immobili e mobili) contenderebbe il business del racket alla cosiddetta “Paranza dei Bambini”, ovvero ai Sibillo alleati con i Giuliano new generation (nipoti dai boss storici di Forcella), Amirante e Brunetti.
Il nuovo che avanza in casa camorra contro lo strapotere fino a poco tempo esercitato dai vecchi clan della Nuova famiglia: una guerra senza esclusione di colpi combattuta nel centro storico e nella periferia di Napoli per il controllo delle estorsioni e delle piazze di spaccio. I Mazzarella dopo l’arresto del ras Vincenzo junior (Harry Potter) e del boss Salvatore Barile (nipote di Vincenzo senior alias o’pazz) vivrebbero un momento di sbandamento che potrebbe rivelarsi fatale per l’organizzazione criminale.
Alfonso Maria Liguori
Francesco Ferrigno