Castellammare, “Moscarella”: i “tuttofare” della droga chiedevano pure la mancia

Segnalavano problemi, come poteva essere l’arrivo delle forze dell’ordine, sorvegliavano il territorio, indirizzavano i clienti verso il punto vendita e chiedevano pure la mancia.

Erano dei veri e propri “tuttofare” della piazza di spaccio i quattro soggetti con il ruolo di pali, vedette e accompagnatori finiti in manette ieri mattina a Castellammare di Stabia, coinvolti in un’inchiesta dei carabinieri della locale compagnia sulla vendita di droga al rione “Moscarella”. Erano loro a “proteggere” il pusher consentendogli di gestire con tranquillità la compravendita di cocaina da fumo, il crack. Il presunto spacciatore, destinatario anch’egli dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni de Angelis su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, è risultato irreperibile al momento del blitz.

Gli arresti ruotano tutti attorno alle palazzine Iacp, nel quartiere Moscarella, dove risiedono tutti gli indagati. Si tratta di un’area periferica confinante con il rione “Savorito”, ovvero una delle più grandi piazze di spaccio del Vesuviano. Moscarella è considerato un rione “caldo” ad alto tasso di criminalità, nonché una sorta di propaggine o di piazza d’appoggio del Savorito, appunto. Eppure nell’ultimo periodo qualcosa pare essere cambiato, come testimonierebbe l’organizzazione del giro di droga smantellato ieri. Pali, vedette, pusher, un intero condominio o quasi coinvolto: tutto molto simile quanto avviene quotidianamente poche centinaia di metri più in là, al Savorito, dove la catena di montaggio non si ferma mai.

Nel febbraio del 2015 è stata smantellata sempre dai carabinieri una piazza di spaccio simile ma molto meno strutturata con punto vendita nelle vicinanze del portone di un condominio. Ad agosto dello stesso anno, nel corso di un’attività della guardia di finanza svolta a Moscarella, i militari sono stati colti di sorpresa da una rivolta dei residenti, con tanto di oggetti lanciati dai balconi.

L’indagine dei carabinieri è cominciata ad inizio novembre 2016 con alcuni servizi di osservazione. Il pusher si trovava nei presso del portone del palazzo mentre le vedette erano su delle bici elettriche. Le vedette circumnavigavano continuamente l’isolato sorvegliando così il territorio ed indirizzando la clientela verso il punto vendita: concluso il giro i quattro si fermavano per una sorta di veloce riunione. I carabinieri in abiti civili avevano così bloccato numerosi acquirenti, sequestrando alcune dosi di cocaina da fumo, e perlustrato il portone dove avveniva la compravendita. 

E’ stata solamente ipotizzata nelle carte dell’inchiesta, almeno per il momento, l’esistenza di un’organizzazione criminale molto più ampia che potrebbe gestire l’intero business del narcotraffico anche a Moscarella. 

Francesco Ferrigno

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