I carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno notificato dieci misure cautelari, arresti in carcere, domiciliari e divieti di dimora in Campania a dieci indagati. Tra questi figurerebbero Pasquale De Lucia, ex sindaco di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, ed ex consigliere regionale, Rita Emilia Nadia Di Giunta, ex presidente della società “Terra di Lavoro”, Antonio Zagaria, fratello del boss Michele e imprenditori originari di Casal di Principe.
Le misure cautelari sono state emesse dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea ed eseguite nelle province di Caserta, Benevento, Catania e Terni. Gli indagati risultano a vario titolo responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione/uso di segreti d’ufficio, il tutto aggravato dal metodo mafioso.
Pugno duro dell’Arma nei confronti della mala amministrazione e dell’impresa collusa con il crimine organizzato. Cifre da capogiro utili al riciclo del denaro sporco che i clan ripulirebbero grazie ad appalti presi con la complicità di funzionari pubblici e amministratori corrotti. D’altro canto basterebbe monitorare il tenore di alcuni pubblici amministratori per comprendere come con il solo stipendio non sia possibile mantenere lussi di ogni genere: auto fuoriserie , proprietà immobiliari, vestiti griffati e grossi conti bancari.
Ancora una volta la magistratura ha dimostrato come grazie alla collaborazione con le forze dell’ordine sia possibile colpire criminali senza scrupoli e individui che disonorano la funzione pubblica espletata vendendosi al miglior offerente. Disonesti senza morale alcuna che fingono malignamente di ignorare che i soldi percepiti illecitamente sottobanco dai clan provengono dal traffico di stupefacenti, dal racket e da ogni forma di commercio illegale.
Sono loro il vero cancro della società civile: come metastasi tentano di infiltrarsi nelle alte istituzioni in modo da “contare di più” e vendersi alla camorra ad un prezzo maggiore. Onore ai rappresentanti dello Stato, ai funzionari e agli impiegati che al contrario con dignità e onestà svolgono il proprio delicato incarico a tutela della sovranità della Repubblica e del vivere civile.
Alfonso Maria Liguori