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Napoli, duro colpo ai signori del contrabbando: nove indagati

Nella mattinata di ieri i militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Napoli, II Gruppo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelari personali emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea nei confronti di nove persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

Evidenziato nelle indagini coordinate dai giudici un vasto traffico di sigarette di contrabbando acquistate all’estero e introdotte in Italia attraverso i principali scali marittimi del Paese (Napoli, Venezia e Bari). L’organizzazione che controllava il traffico di sigarette aveva basi operative a Portici, Melito di Napoli, Giugliano con ramificazioni anche in provincia di Perugia.

Il lavoro di intelligence effettuato dagli 007 della finanza aveva consentito tempo addietro il sequestro di enormi quantità di sigarette destinate al mercato del contrabbando: nello specifico dieci tonnellate di tabacchi esteri di contrabbando rinvenuti nel Porto di Napoli nel 2012 (marca “Brooks” e nascosti in un container proveniente dalle Filippine che avrebbe dovuto trasportare mobili), quattro tonnellate sempre nel 2012 nel Porto di Venezia e infine cinque tonnellate nel 2013 nel Porto di Bari (marca “Gold Classic”, “Marble”, “Capital”, “Raquel”, “Pride”, “Palace”).

Un brutto colpo per i signori del contrabbando in Italia: un mercato che sembrava ormai in declino e che invece negli ultimi tempi starebbe tornando a fiorire complice la forte crisi economica in atto a livello europeo. Senza lavoro e con famiglie numerose da mantenere erano in tanti i napoletani che si dedicavano al contrabbando di sigarette: chi non ricorda le flotte di “motoscafi blu” ormeggiante a Mergellina e nei porti dell’hinterland vesuviano.

Un mare di gente mangiava di quel pane lavorando nell’impero di Michele Zaza, boss assoluto dello smercio di sigarette e figura carismatica della vecchia camorra partenopea. Oggi lo Stato ha voluto dare un segnale forte a chi crede di potersi arricchire illegalmente. Un’operazione che ancora una volta ha testimoniato la professionalità e la capacità operativa della guardia di finanza oggi leader anche nell’ordine pubblico con le unità cosiddette dei Baschi Verdi.

Alfonso Maria Liguori

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