Tangenziale di Napoli, ipotesi gestione arterie attigue: migliorare la sicurezza

Sono in tanti, napoletani e cittadini dell’hinterland vesuviano, premiando l’ottimo servizio offerto all’utenza dalla Tangenziale di Napoli, a chiedersi perché il colosso aziendale non possa prendere “in custodia” anche arterie attigue, come l’asse mediano, ormai ridotte a discariche abusive ai margini della carreggiata e dal manto stradale talmente fatiscente da costituire un serio pericolo soprattutto per i motociclisti.

Ecco che ancora una volta il buon senso e l’intelligenza di chi è figlio del Vesuvio ha la meglio sulle logiche politichesi e sugli attacchi sterili di chi evidentemente non ha a cuore la tutela dell’occupazione a Napoli e la sicurezza dell’utenza che percorre copiosa le lunghe lingue d’asfalto per spostarsi da Napoli verso la provincia o a Pozzuoli.

Abbiamo ripetutamente sottolineato il delicato compito di supporto alla pubblica sicurezza che la Tangenziale di Napoli svolge monitorando h24 l’intera tratta sottolineando tra l’altro come dalla direzione alla gestione, dall’esazione al call center, dalla manutenzione agli ausiliari della viabilità si operi tutti costantemente per offrire un servizio altamente qualitativo all’utenza.

All’indomani della richiesta di vedere ai caselli delle stazioni più esattori, ovvero unità lavorative “umane” di contro alle macchinette che spesso comportano rallentamenti nel traffico, si apre uno spiraglio positivo tra i napoletani (e non solo) e la Tangenziale, un vento nuovo che anelerebbe all’estensione del colosso aziendale partenopeo anche ad altre realtà d’asfalto oggi fortemente penalizzate dalla scarsa manutenzione e dall’assenza costante di personale addetto al pronto intervento.

Pensiamo ai benefici occupazionali di un tale progetto che ripulirebbe nel contempo arterie troppe volte additate come trappole pericolosissime per l’utenza. Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva pubblicamente esortato gli italiani a credere e investire nelle risorse qualitative che da un lato apportassero lavoro e dall’altro fungessero da baluardo in difesa della civiltà e della pubblica sicurezza.

Oggi da Napoli potrebbero scriversi pagine epiche nel rapporto tra cittadini e azienda, imprimendo il nome della Tangenziale di Napoli negli “annales” della storia partenopea. Al di la delle ovvie considerazioni burocratiche e degli ostacoli oggettivi un bel sogno per chi crede nelle potenzialità qualitative della capitale del mediterraneo: non resta in merito che rimanere ottimisti perché, a volte, anche i sogni si tramutano in realtà.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.