Napoli, “Fuorigrotta”, i giovani e la droga: negli ultimi tempi lo spaccio di stupefacenti sembra aumentato in una zona di Napoli ricca di istituti scolastici superiori e dipartimenti universitari. Abbiamo voluto toccare da vicino il problema intervistando, garantendo l’anonimato, uno studente del posto: “La droga si vende ovunque a Fuorigrotta – ha precisato il giovane che chiameremo Nicola – e non ci sono particolari categorie di acquirenti.
Studenti, lavoratori e persino giovani massaie: l’acquirente di droga qui a Fuorigrotta non ha una connotazione precisa. Le sostanze stupefacenti che vanno per la maggiore sono l’hashish, la marijuana e la cocaina: si spaccia in particolar modo in via Leopardi, nei pressi della stazione Cumana di Fuorigrotta e a ‘Cavalleggeri’ (escludendo ovviamente il rione ‘Traiano’ che costituisce una mega piazza di spaccio h24 a se stante). Per quanto riguarda le forze dell’ordine non sempre ho ravvisato professionalità e correttezza nella lotta proprio allo spaccio di stupefacenti. Ovviamente sarebbe assurdo generalizzare o togliere merito a chi rischia la vita ogni giorno per noi. Ma le mele marce in uniforme non mancano”.
Parole forti, pronunciate da un adolescente che a Fuorigrotta ci è nato e cresciuto e che nonostante tutto non ha perso la lucidità nel filtrare quanto di più corrotto e sporco la strada produca. In tal senso lodiamo particolarmente l’elogio fatto agli operatori dell’ordine, ai tanti onesti servitori dello Stato in uniforme a cui indiscusso va il plauso della comunità. Gli altri, gli infedeli, rappresentano la feccia della società, l’esempio negativo per i giovani e meritano solo disprezzo.
“La droga purtroppo è presente in molti istituti superiori di Fuorigrotta – ha continuato Nicola – : puoi trovare di tutto e a buon prezzo se hai i contatti giusti. Paradossalmente parliamo di un fenomeno talmente diffuso anche a livello scolastico che mi sembra di scoprire l’acqua calda. Purtroppo con certa gente non si scherza: gli spacciatori sono parte di un sistema violento e cinico che conosce solo la logica della prevaricazione violenta.
Di contro le istituzioni ad oggi hanno fatto poco o nulla per cambiare in meglio le cose. Francamente non sono contento di vivere in posti che comunque non riesco ad odiare perché sento miei. Vorrei chiedere ai politici, a chi comanda di occuparsi più coscienziosamente di noi investendo nella prevenzione e creando occupazione in quartieri come Fuorigrotta dove veramente, in molti casi, si fatica a distinguere il lecito dall’illecito”.
Il coraggio di un giovane figlio di Napoli non può che essere premiato: si facciano ora avanti i cosiddetti paladini di Napoli che tanto hanno da ridire tra loro sui media in merito alle strategie da adottare nella lotta alla camorra. I napoletani vogliono poter vivere in sicurezza la propria città: basta allora con le chiacchiere sterili e i proclami elettorali, si dia seguito alle richieste di Nicola che con la propria testimonianza ha dato voce a tanti coetanei partenopei esasperati da un andazzo che umilia quotidianamente la capitale del mediterraneo.
Alfonso Maria Liguori