Arrestati dalla polizia ai “Quartieri Spagnoli” di Napoli per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio la 60enne Rosa Russo, volto noto alle forze dell’ordine (alias “‘a turres”) e suo figlio Giovanni Marrazzo di 34 anni. Gli agenti del commissariato di piazza Dante nell’ambito di una più estesa indagine nel pomeriggio di ieri si erano recati in salita Paradiso per un sopralluogo.
Incuriositi dal vociare proveniente da un basso sito in zona gli agenti hanno deciso di entrare nel terraneo notando subito un forte nervosismo manifestato da Russo e Marrazzo alla vista dei poliziotti. Da qui la perquisizione dell’immobile che portava al ritrovamento e al sequestro in un portaombrelli di alcune dosi di cocaina oltre alla somma di 250 euro in banconote di vario taglio sicuramente frutto dell’attività di spaccio. Madre e figlio, entrambi con precedenti specifici alle spalle, sono stati arrestati e giudicati stamane con rito per direttissima.
Marrazzo si è addossato l’intera responsabilità della vicenda consentendo così alla madre di tornare in libertà con l’obbligo di dimora nel comune di Belvì (Nuoro) dove la donna risulta residente. L’operazione si colloca nella strategia messa in campo dalle forze dell’ordine per contrastare, soprattutto nel cuore storico di Napoli, lo spaccio di stupefacenti. Grazie all’ausilio di intercettazioni ambientali e al professionale lavoro di intelligence il sistema starebbe subendo numerosi colpi proprio in uno dei settori più redditizi per la camorra quale quello del traffico di droga.
Un business talmente vasto da coinvolgere bambini, insospettabili casalinghe, anziani e persino disabili: tutti pronti a servire “mamma camorra” pur di sbarcare il lunario nel modo peggiore possibile. Le istituzioni a questo punto devono fare il resto: adeguata formazione scolastica, occupazione e sana aggregazione per salvare Napoli dalla miserabile ondata di violenza nella quale la città è ripiombata negli ultimi tempi. Un dovere per chi ha l’onore di rappresentare pubblicamente la città a livello locale e centrale nel rispetto delle nuove generazioni che vogliono vivere con dignità e sicurezza i propri amati luoghi d’origine.
Alfonso Maria Liguori