Napoli, uccisero Francesco Sabatino: arrestati due uomini dei “Lo Russo”

Gli uomini del comando provinciale dei carabinieri di Napoli hanno in queste ore dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal gip presso il Tribunale partenopeo applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di Antonio Buono e Luigi Cutarelli, per l’omicidio di Francesco Sabatino avvenuto in Napoli il 5 marzo 2013, con l’aggravante di aver messo a segno tale delitto per favorire il clan di camorra dei “Lo Russo”.

Francesco Sabatino, figlio del collaboratore di giustizia Ettore Sabatino, una volta fedelissimo degli stessi Lo Russo sarebbe stato eliminato perché entrato in contrasto con i vertici del clan. Un’epurazione interna che gli stessi Lo Russo condussero con estrema ferocia nel timore di essere traditi da chi conosceva bene i movimenti della famiglia dei cosiddetti “capitoni di Miano” e gli interessi della stessa sul territorio.

Determinante per l’operazione il lavoro di intelligence dei carabinieri con l’ausilio del Racis che effettuò particolari accertamenti tecnici su tracce ematiche rinvenute sul luogo dell’omicidio. Rilevanti anche le dichiarazioni dell’ex boss Carlo Lo Russo (mandante della spedizione di morte), del fratello Mario e di Claudio Esposito. Cutarelli e Buono sono già colpiti da altre ordinanze di custodia cautelare: a loro oltre al reato di omicidio volontario con l’aggravante della finalità di agevolazione camorristica è contestato anche il reato di occultamento di cadavere.

Tempo addietro avevamo evidenziato il ruolo del ras Carlo Lo Russo nella collaborazione con i giudici: un pentimento eccellente dal quale i magistrati speravano di far emergere anche i nomi degli insospettabili del sistema, ovvero dei professionisti della Napoli bene al soldo dei clan che avrebbero permesso alle organizzazioni camorristiche di riciclare il denaro sporco in complesse operazioni finanziarie estero su estero e in attività imprenditoriali intestate a incensurati apparentemente lontani da ambienti camorristici.

Un terremoto per la malavita partenopea che oggi comincerebbe a dare i frutti tanto attesi dai giudici. Potremmo essere solo al primo atto dell’apocalisse del sistema camorristico napoletano: Carlo Lo Russo ha decenni di malavita alle spalle ed è a conoscenza dei rapporti tra camorristi e cattivi politici , tra imprenditori collusi e clan. Un computer di informazioni “umano” che potrebbe finalmente portare all’identificazione dei veri burattinai del sistema ad oggi ancora protetti, nonostante l’alto numero di pentiti, da uno spessa coltre d’omertà.

Alfonso Maria Liguori

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