La fine di un incubo: così può essere definito il ritorno nel cantiere navale di Castellammare per oltre 500 operai. Dopo ben otto anni di sofferenze, di cassa integrazione e di promesse mai mantenute dalla politica stabiese, le tute blu lunedì torneranno nuovamente sul loro posto di lavoro. Tutto ciò è possibile grazie ad un accordo fra la società Fincantieri e la Marina Militare.
A Castellammare, infatti, sarà costruita una nuova nave, la più importante per la Marina, dal nome “LHD” che dovrà essere consegnata per il prossimo 2021. Ben quattro anni di lavoro assicurati per le tute blu di Fincantieri e per altri 200 che arriveranno da ditte private: prende così corpo il nuovo indotto stabiese che ritorna a produrre dopo anni di inattività.
Per molto tempo si è pensato addirittura di chiudere il cantiere per il poco lavoro e, se questo non è successo, è solamente merito degli operai che non si sono mai arresi e hanno lottato in prima persona contro il volere dell’azienda. E’ proprio in questo campo che si può ritrovare il più grande fallimento della politica stabiese (e in parte di quella regionale): nessuno, nonostante le tante promesse, è stato in grado di dare un futuro certo a questi operai.
Se ora il cantiere continua a vivere, lo si deve soprattutto alle tute blu che ci hanno creduto fino alla fine. Il passato nero, burrascoso, e cupo potrà essere dimenticato a breve: per i prossimi quattro anni si lavorerà senza sosta per terminare il mandato imposto dalla società al cantiere navale stabiese.
Per il futuro a lungo termine si dovrà ancora aspettare. Prima bisogna superare questo impegno lavorativo e poi si dovrà programmare il futuro. Ma, in qualsiasi caso, sarà fondamentale la vicinanza della politica stabiese, regionale e nazionale: l’indotto ancora oggi permette a molti lavoratori di mantenere le proprie famiglie. Piccoli segnali di rinascita, quindi, per Castellammare: il cantiere, simbolo della città, ritornerà presto ad occupare il ruolo primario che ha, storicamente, ricoperto.