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Con D’Ausilio agli arresti, Cavalleggeri attende il ras Giannelli

Dopo l’arresto del latitante Felice D’Ausilio, capo dell’omonimo clan operante a Bagnoli, nella vicina Cavalleggeri si starebbe attendendo con ansia la prossima scarcerazione del ras Alessandro Giannelli. Secondo alcune indiscrezioni si sarebbero visti individui a bordo di scooter girare armati nella zona come a rimarcare la leadership criminale del gruppo Giannelli (nessuna sentenza parla di clan) che potrebbe approfittare della debolezza momentanea dei D’Ausilio per sferrare un colpo decisivo ai rivali nella loro stessa roccaforte.

Le piazze di spaccio sul territorio, il racket e gli appalti per Bagnoli Futura: questi gli interessi in ballo in una guerra di camorra che, a fasi più o meno cruente, sembra non conoscere fine tra Fuorigrotta, Bagnoli, Cavalleggeri, Pianura e Soccavo. Alleanze sottobanco e tradimenti eccellenti si alternano in un macabro valzer che affascina molti giovani sbandati del posto. Vite stroncate troppo presto dalla logica violenta del sistema per aver voluto bruciare i tempi o semplicemente perché troppo vicine a boss della camorra che conta.

Pensiamo al 21enne Renato Di Giovanni ucciso a Soccavo in pieno giorno: due killer a volto coperto in sella ad uno scooter gli hanno esploso contro numerosi colpi di pistola lasciandolo riverso sull’asfalto in una pozza di sangue. Di Giovanni era una ex promessa delle giovanili del Calcio Napoli, un ragazzo noto nella zona proprio per i successi sportivi ottenuti. Oggi solo una lapide ricorderà l’ennesimo figlio di Napoli che si è lasciato andare finendo nelle grinfie del crimine organizzato. Ecco perché le forze dell’ordine presidiano certe zone ininterrottamente: si tenta in ogni modo di evitare che tra Cavalleggeri e Bagnoli riesploda il conflitto tra i Giannelli e i D’Ausilio in tutta la sua inaudita ferocia. Intanto i cittadini vivono nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Alla Napoli che conta poco importa: ambasce di persone appartenenti a realtà lontane anni luce dalle zone “in” della città. In sintesi: perifrasando una melodia dell’artista Federico Salvatore, in città sembra proprio che “chi urla dietro il muro continua a non fare rumore”.

Alfonso Maria Liguori

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