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Napoli, ecco il movimento politico “Dema”: Guardiamo oltre i confini campani”

Statuto nuovo e segreteria politica per “Dema”, l’associazione culturale nata oltre un anno fa e presieduta dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che diventa così movimento politico a tutti gli effetti. Il varo della nuova realtà politica, che lascia presupporre chiaramente un impegno alle prossime competizioni elettorali, si è tenuto ieri nel corso dell’assemblea dei soci riuniti alla Domus Ars in Napoli.

In questo momento Dema è già il primo partito al Comune di Napoli con ben undici consiglieri comunali. “Guardiamo oltre i confini campani – ha precisato de Magistris – per essere un movimento nazionale alternativo al sistema. Sono sindaco in carica di Napoli e intendo esercitare tale funzione sino al 2021. Siamo pronti a misurarci nelle amministrative locali di alcuni comuni della provincia di Napoli per poi lanciare la sfida a De Luca nel 2020”.

Parole chiare e sintetiche quelle proferite dal primo cittadino Luigi de Magistris che lasciano pochi dubbi sulla qualità di un progetto nel quale l’ex magistrato sembrerebbe credere fortemente. Candidato alla segreteria di Dema Claudio De Magistris, fratello del sindaco di Napoli e fermo sostenitore del nuovo movimento politico. Ci si augura che questa nuova avventura si riveli positiva per la comunità: la città vive oggi una parentesi storica drammatica sul fronte sicurezza e occupazione.

La camorra colpisce ovunque sul territorio e con inaudita ferocia sfidando ancora una volta apertamente le istituzioni. A questo punto gli amministratori, soprattutto quelli locali, devono scendere in campo con un’energia nuova e creare sinergie con il governo centrale finalizzate non solo a riempire (inutilmente) la città di unità speciali dell’esercito ma principalmente ad investire su campagne di prevenzione che offrano ai giovani cosiddetti “a rischio” occasione di salvezza.

Questo è un dovere per chi rappresenta lo Stato nei confronti degli onesti contribuenti: troppe volte Napoli è stata illusa e tradita dai suoi stessi referenti politici, troppo sangue resta ancora sull’asfalto di una città che non riesce a debellare il cancro camorra, forse perché talmente penetrato nella cosiddetta società civile da essere difficilmente individuabile e quindi estirpabile.

Alfonso Maria Liguori

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