Aggressione ad autista dell’Anm stamane in via Murelle a “San Giovanni a Teduccio” a Napoli. Questi i fatti: un gruppo di giovani, almeno otto secondo la testimonianza del conducente, è salito a bordo del bus al momento senza passeggeri a bordo.
Senza esitare la baby gang si è scagliata contro l’autista del mezzo colpendolo violentemente con calci, pugni e schiaffi.
L’uomo ha tentato una disperata difesa usando un estintore: tale reazione ha scatenato ancora di più i suoi aggressori che hanno continuato a colpire la vittima per poi darsi rapidamente alla fuga. L’autista è stato medicato presso l’ospedale “Cardarelli”: cinque giorni di prognosi per l’involontario protagonista dell’ennesimo episodio violento ai danni di un onesto lavoratore. Tanta paura e rabbia ma per fortuna danni fisici lievi.
Si è conclusa così una vicenda che evidenzia drammaticamente l’emergenza sicurezza in cui versano i dipendenti dell’azienda addetti alla guida dei bus. Un fenomeno in costante crescita di cui in passato si sono occupate tutte le sigle sindacali chiedendo l’intensificazione da parte delle forze dell’ordine dei controlli in prossimità delle aree di stazionamento e sugli stessi bus.
Solo per fortuna ad oggi si è evitata una tragedia che potrebbe non tardare a venire. La città sembra ripiombata nel terrore di anni addietro: accoltellamenti tra giovanissimi per futili motivi, regolamenti di conti tra clan a qualsiasi ora del giorno, stese e atti intimidatori di matrice estorsiva contro esercizi commerciali situati in buona parte di Napoli testimoniano la gravità di un andazzo che rischia di compromettere ulteriormente la già difficile quotidianità dei partenopei.
Le famiglie sono sempre più in pena per i propri cari che si recano a scuola o a lavoro: a Napoli ormai basta capitare sul pullman sbagliato o guardare il bullo di turno per essere malmenati o peggio. Le istituzioni a questo punto devono muoversi e in tempi utili: non si può più assistere passivamente ad un simile sfacelo che umilia l’immagine della capitale del Mezzogiorno.
Alfonso Maria Liguori