Violenza inaudita ai danni di una donna che ha tentato di difendere la propria autovettura da due rapinatori: ieri mattina sulla strada provinciale Parete-Giugliano un’auto di colore scuro con a bordo due individui ha tamponato leggermente una “Matiz” che la precedeva.
Alla guida del veicolo la vittima che si accostava con il mezzo ai margini della carreggiata per capire cosa fosse avvenuto. A questo punto, come documentato dai filmati delle telecamere di sorveglianza poste in zona, dall’auto dei “tamponatori” usciva un giovane alto con il volto coperto che scaraventando a terra la donna si poneva al posto di guida della Matiz per darsi alla fuga.
La donna nel disperato tentativo di impedire la rapina si aggrappava al veicolo venendo spinta sull’asfalto e perdendo i sensi. Alcuni automobilisti di passaggio hanno soccorso la vittima trasportandola in ospedale: i medici hanno riscontrato profonde ferite al volto e al corpo della malcapitata che non sarebbe però in pericolo di vita. Il video dell’accaduto, diffuso in esclusiva da “Il Mattino”, è agghiacciante: senza alcuna pietà si è infierito contro una donna sola per poche centinaia di euro.
Tanto infatti i rapinatori potranno ricavare dalla vendita dei pezzi dell’auto rubata: una somma miserabile che poteva costatare la vita ad una cittadina innocente. Ormai la zona è teatro continuo di furti e rapine: altro che allarme sicurezza rientrato nell’hinterland vesuviano. La gente vive nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Un particolare questo che ribadiremo sempre: inutile poi piangere su tragedie annunciate se a livello istituzionale poco o nulla ancora di concreto si produce per prevenire determinati fenomeni. L’illegalità purtroppo è talmente radicata in certe zone da faticare persino a distinguerla dall’apparente legalità.
Attività commerciali di copertura, bar e pub che si aprono come funghi magari con una minima affluenza di pubblico (ci si chiede onestamente come restino allora aperti data la pressione fiscale esistente nel Paese): eppure di contro non si va a fondo della questione, non si risale con scrupolosa attenzione ai veri proprietari di attività palesemente votate al riciclo di denaro sporco.
Ecco poi le conseguenze drammatiche di un lassismo che onestamente non trova giustifica alcuna a livello istituzionale e politico. Della serie: siamo veramente alla frutta? A giudicare dagli ultimi eventi diremmo che si è “già lasciato il ristorante”.
Alfonso Maria Liguori