Aversa, i boss diventati “poveri” calcano la mano sull’attività estorsiva

Ancora impegnati da stanotte i Vigili del Fuoco di Caserta, con numerose squadre e mezzi,  nello spegnimento di un rogo che ha coinvolto un negozio di giocattoli e un supermercato ubicati nello stesso immobile. Sul posto oltre ai VdF sono immediatamente giunti i carabinieri di Aversa: secondo alcune indiscrezioni sembra che le telecamere di sicurezza presenti in loco abbiano ripreso un uomo mentre piazzava un ordigno. Un particolare questo che se confermato avallerebbe  l’ipotesi che si sia trattato di un attentato intimidatorio compiuto da clan del posto per imporre il racket alle attività commerciali e alle imprese del territorio.

Non sarebbe un caso che negli ultimi tempi esplosioni e incendi abbiano danneggiato numerosi esercizi della zona. Secondo gli inquirenti dietro i raid ci sarebbe il clan Mallardo di Giugliano alleato con la potente famiglia malavitosa dei Bidognetti e ultimamente indebolito da arresti eccellenti e ingenti sequestri di beni (10 giorni fa furono arrestate le figlie del capo clan Francesco, alias “Ciccio e Carlantonio).

La necessità di far fronte alle spese di mantenimento di affiliati e detenuti potrebbe aver spinto il clan Mallardo a calcare la mano proprio sull’attività estorsiva. Soldi maledetti e subito per riorganizzarsi dopo la batosta presa dallo Stato, serrare i ranghi dei fedelissimi e far ripartire le piazze di spaccio particolarmente attive nell’hinterland partenopeo.

Secondo radio mala a complicare ulteriormente la vita dei Mallardo l’impossibilità di muovere capitali intestati a prestanome per evitare che la DDA metta le mani anche sul resto del patrimonio di famiglia frutto delle svariate attività criminali svolte dalla stessa.

Ed ecco che all’improvviso i ricchissimi boss si trovano “poveri” e con poca libertà di movimento: due componenti che nell’universo camorristico possono segnare la fine di un clan o dare il via .

Le forze dell’ordine pattugliano ininterrottamente la zona al fine di prevenire agguati e assicurare alla giustizia pericolosi pregiudicati improvvisamente resisi irreperibili. Un segnale questo che farebbe presagire ad un imminente apertura delle ostilità tra  gruppi camorristici una volta legati da rapporti di “buon vicinato”.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.