Non sarebbe un caso che negli ultimi tempi esplosioni e incendi abbiano danneggiato numerosi esercizi della zona. Secondo gli inquirenti dietro i raid ci sarebbe il clan Mallardo di Giugliano alleato con la potente famiglia malavitosa dei Bidognetti e ultimamente indebolito da arresti eccellenti e ingenti sequestri di beni (10 giorni fa furono arrestate le figlie del capo clan Francesco, alias “Ciccio e Carlantonio).
La necessità di far fronte alle spese di mantenimento di affiliati e detenuti potrebbe aver spinto il clan Mallardo a calcare la mano proprio sull’attività estorsiva. Soldi maledetti e subito per riorganizzarsi dopo la batosta presa dallo Stato, serrare i ranghi dei fedelissimi e far ripartire le piazze di spaccio particolarmente attive nell’hinterland partenopeo.
Secondo radio mala a complicare ulteriormente la vita dei Mallardo l’impossibilità di muovere capitali intestati a prestanome per evitare che la DDA metta le mani anche sul resto del patrimonio di famiglia frutto delle svariate attività criminali svolte dalla stessa.
Ed ecco che all’improvviso i ricchissimi boss si trovano “poveri” e con poca libertà di movimento: due componenti che nell’universo camorristico possono segnare la fine di un clan o dare il via .
Le forze dell’ordine pattugliano ininterrottamente la zona al fine di prevenire agguati e assicurare alla giustizia pericolosi pregiudicati improvvisamente resisi irreperibili. Un segnale questo che farebbe presagire ad un imminente apertura delle ostilità tra gruppi camorristici una volta legati da rapporti di “buon vicinato”.
Alfonso Maria Liguori