Napoli, reagisce alla rapina dello smartphone: 14enne accoltellato dalla baby gang

Ancora violenza a Napoli ai danni di un adolescente: ieri sera poco prima della mezzanotte un 14enne che transitava nei pressi di piazza Mercato è stato avvicinato da una baby gang che gli ha intimato di consegnargli il telefonino di ultima generazione che aveva con sé.

Alla reazione del ragazzo uno dei rapinatori ha estratto un coltello colpendolo alla schiena. La vittima è stata trasportata all’ospedale “Loreto Mare” dove i sanitari gli hanno prestato le prime cure del caso e successivamente effettuato alcuni accertamenti per escludere lesioni ad organi interni procurati dalla coltellata.

Sull’accaduto indaga la polizia di stato che in queste ore starebbe visionando i filmati delle telecamere di sicurezza presenti in zona per identificare i responsabili della rapina.

La gente è esasperata: troppo sangue in città, troppa violenza ai danni di cittadini onesti, spesso giovanissimi, facili prede di bestie senza scrupoli (non parliamo di ragazzini “normali” perché un adolescente “sano” non gira armato, non compie aggressioni e rapine colpendo senza alcuna pietà) che incuranti delle leggi e della convivenza civile danno sfogo a tutta la propria brutalità come se ci trovassimo nel “Far West”.

Impressionante il numero di stese, ferimenti, scippi, furti e rapine quotidianamente registrati a Napoli, soprattutto all’imbrunire e nel weekend. Le istituzioni continuano a persistere nelle politica sterile della repressione ignorando di fatto qualsiasi processo preventivo mirato a creare occupazione, adeguata scolarizzazione e sana aggregazione.

I quartieri ghetto di Napoli e della provincia restano roccaforti dei clan: i giovani, sbandati e senza prospettive future di lavoro, finiscono con il cedere alle lusinghe della camorra vendendosi per poche centinaia di euro e forse uno scooter.

Come un cancro il sistema li divora svuotandoli di sentimenti e umanità in nome di una logica perversa che venera un solo dio: il denaro. Soldi, maledetti e subito: principale business per la malavita organizzata il traffico di stupefacenti.

Allora poco importa se per controllare le piazze di spaccio occorra lasciare senza vita sull’asfalto ragazzini poco più che adolescenti rei, in alcuni casi, di simpatizzare con le persone sbagliate costituendo per gli avversari delle stesse un potenziale pericolo. Della serie: Napoli chiede aiuto adesso lo Stato deve concretamente rispondere.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.