“Questo non è amore”: a Napoli il camper della polizia di stato

La polizia di stato, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore”, volta al contrasto della violenza contro le donne, martedì 14 febbraio, sarà presente a Napoli in piazza Trieste e Trento con un proprio camper.

Lo scopo è quello di esortare a denunciare, non solo chi è coinvolto in prima persona, ma anche coloro i quali sono a conoscenza di episodi di violenza sulle donne che avvengono tra le mura domestiche dei familiari, parenti, amici o semplici conoscenti.

Denunciare tali fenomeni è utile affinché si possa prestare il miglior supporto, a coloro i quali, pur essendo vittime, non hanno il coraggio di denunciare le violenze subite, siano esse fisiche e/o psicologiche.

A tal proposito, infatti, a bordo del camper della polizia di stato, sarà presente una équipe composta da un medico psicologo della polizia di stato, nonché donne e uomini della polizia di stato quali esperti della sezione minori della squadra mobile, della divisione della polizia anticrimine e dell’ufficio denunce.

Saranno presenti anche dei referenti, delle associazioni attive sul territorio, facenti parte della rete antiviolenza, che distribuiranno brochure e materiale informativo.

L’appuntamento di domani a Napoli, giornata in cui tutto il mondo festeggia l’amore, in onore di San Valentino, rappresenta proprio un modo per stare vicino alle donne. Ogni tre giorni e mezzo, purtroppo, vi è un femminicidio e, ogni giorno, si registrano ben 23 atti persecutori, 28 casi di maltrattamenti, 16 episodi di percosse e 9 violenze sessuali.

Il progetto camper, partito nel luglio 2016, in 22 province italiane, in circa 6 mesi, è riuscito a contattare oltre 18.600 persone, di cui la stragrande maggioranza donne, diffondendo informazioni utili per tutelarsi e per intervenire nei casi di violenza e stalking.

I dati di tutte le forze di polizia sono i seguenti:
– gli omicidi di donne in ambito familiare sono stati 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016;
– gli atti persecutori (circa il 76% in danno delle donne) 12.446 nel 2014, 11.758 nel 2015, 11.400 nel 2016;
– i maltrattamenti in famiglia (circa l’81% in danno delle donne) 13.261 nel 2014, 12.890 nel 2015, 12.829 nel 2016;
– le percosse (circa il 46% in danno delle donne) 15.285 nel 2014, 15.249 nel 2015, 13.146 nel 2016;
– le violenze sessuali (oltre il 90% in danno delle donne) 4257 nel 2014, 4000 nel 2015, 3759 nel 2016.

L’iniziativa di prevenzione, per la quale la polizia di stato sta promuovendo il massimo impegno, è di aiuto non solo per contribuire, attraverso l’informazione, al superamento di una mentalità di sopraffazione ma, soprattutto, ad intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.

Dall’inizio dell’anno, in tutte le Questure di Italia, è entrato in vigore il protocollo “Eva” (Esame delle Violenze Agite) che consente agli equipaggi di polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi pregressi nello stesso ambito familiare.

Attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, è possibile tracciare una mappatura delle zone, maggiormente interessate da situazioni di disagio, con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterate.

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