Sembrerebbe che la festa cada in questa data per due motivi, il primo strettamente pratico, è il giorno dopo San Valentino, il secondo, magari più tecnico, è perché Faustino è un nome di origine Romana, significa “Fastum”, ed il fastum, in opposizione al nec fastum, è un giorno favorevole, di augurio e di speranza. Speranza, magari, di trovare, un giorno, la propria anima gemella.
Ma la festa di San Faustino ha origini ben più antiche ed il liberismo ha attinto ad un’altra celebrazione, di origine pagana, celebrazione che per secoli, nell’ottica del sincretismo cattolico, era stata assorbita da quella di San Valentino, che non è solo protettore di fidanzati, amanti e consorti ma anche e soprattutto degli innamorati.
In prima istanza due parole sulla vita del Santo, che si celebra assieme al suo “compagno d’armi” e poi “compagno di fede” Giovita. Ambedue nobili cavalieri bresciani del II secolo ed ambedue convertiti dal vescovo Apollonio in tempo di persecuzione, divenendo l’uno presbitero e l’altro diacono, furono abilissimi nella predicazione e nel far proseliti. L’imperatore Adriano ordinò al governatore Italico la loro persecuzione, essi rifiutarono di fare sacrifici agli dei, in particolare al dio sole, e furono condannati alla damnatio ad bestias ma, nel circo, le tigri anziché divorarli si prostrarono ai loro piedi generando stupore e commozione da parte degli spettatori. Addirittura la moglie del governatore, tale Afra, rimarrà tanto stupita da convertirsi anch’ella. Si tratta di Afra da Brescia e non di Afra da Augusta, sebbene alcuni studiosi facciano coincidere le due figure, soprattutto per la similitudine nella passio, dato che anch’ella subì martirio e, se l’identificazione fosse giusta, unica santa a subire il martirio non battezzata ed essendo meretrice. Ricordiamo che in base ad alcuni studi, tale Afra è assimilabile alla misteriosa Santa Afrodite venerata un tempo a Pomigliano, studi confermati, tra l’altro, anche dalla comparazione con un testo del 1852 dei padri Girolamini “Cenno Istorico sulle Invenzioni e Miracoli della Gloriosa Vergine e Martire Santa Afrodite che si Venera nella Chiesa della Congregazione Pisana dei Padri Gerolamini in Pomigliano d’Arco”.
Tornando a noi le persecuzioni proseguirono e si ordinò che gli stessi venissero messi al rogo, ma, anche in questo caso, grazie all’intervento divino, le fiamme si dissiparono. Incarcerati subirono diverse torture, sbarcarono a Napoli scampando miracolosamente ad un naufragio e fu ordinato che fossero riportati a Brescia ove furono decapitati.
Prima che fosse introdotta tale festa dei single la festa di San Valentino del 14 febbraio e quella della Presentazione di Gesù al Tempio avevano sostituito una festa simile a quella attualissima dei single, che, iniziando il 13 febbraio , aveva il suo culmine proprio nel giorno in cui si celebra San Faustino, il 15. Di più probabilmente la festa stessa di San Faustino, assieme alle altre due celebrazioni cristiane sopra menzionate, aveva inglobato e purificato tale festa pagana. Si tratta dei Lupercalia, celebratati nei giorni nefasti (ricordiamo che Faustino significa proprio il contrario fasto) di febbraio, considerato mese purificatorio- e tale valenza avevano i riti- in onore del dio Fauno, in latino Luperco, il Pan Liceo, a testimonianza che tali celebrazioni hanno una origine ancora più antica, essendo di provenienza arcadica ed essendo sicuramente assimilabili anche al culto falisco di “Hirpi Sorani”, Lupo di Soriano, non a caso Luperco è il protettore delle pecore, e delle capre soprattutto, dai lupi.
La festa, dunque soprattutto purificatoria, era officiata dai luperchi, sacerdoti a ciò deputati, che frustavano la terra e le donne ed anche gli uomini per renderli fertili. Ovidio racconta che al tempo del re Romolo uomini e donne si recarono in processione fino al bosco sacro di Giunone, ai piedi dell’Esquilino, e si prostrarono supplichevoli. Attraverso il vento tra le foglie, la dea rispose, che le donne dovevano essere penetrate (inito, che rimanda a Inuus, altro nome di Fauno o Pan) da un sacro caprone. Tuttavia un augure etrusco interpretò l’oracolo nel giusto senso, sacrificando un capro e tagliando dalla sua pelle delle strisce con cui colpì la schiena delle donne e dopo dieci cicli lunari le donne partorirono. Plutarco aggiunge che durante tale festa venissero iniziati anche due nuovi luperchi, essendo simbolo, anche, di morte e rinascita. Il rituale prevedeva una particolare “segnatura-pulitura”, la “segnatura” con il coltello insanguinato rappresenta la morte della precedente condizione profana, mentre la pulitura con il latte (nutrimento del neonato) e la risata fatta durante il rito rappresentano invece la rinascita alla nuova condizione sacerdotale. Dal racconto di Plutarco intuiamo come tale festa fosse poi stata sostituita, come detto sopra, dalla Candelora. Mentre dal rituale propiziatorio, purificatorio e di fecondazione, notiamo l’assonanza con la festa attuale di San Faustino. Una festa semi-orgiastica in un certo qual modo augurale di fecondità e, dunque, per trasposizione, di trovare la propria donna od il proprio uomo; ricordiamo che nonostante la fustigazione fosse sul ventre e poi in un secondo momento sui palmi delle mani delle donne, la stessa coinvolgeva anche gli uomini.
Interessante notare, inoltre, che i Lupercalia furono una delle ultime feste romane ad essere abolite dai Cristiani. Durante il pontificato di Gelasio, III secolo, era ancora in auge e vi partecipavano anche i Cristiani, al punto che il pontefice se ne lamentò col princeps Senatus Andromaco. Sarà solo nell’VIII secolo che se ne perderà definitivamente il culto, con l’introduzione della Candelora e con l’importazione, ad opera dei Longobardi, del culto di San Faustino, soprattutto nelle campagne del Viterbese, ove nasceva ed era sentitissimo il culto “Hirpi Sorani”. Di più i santi erano due, Faustino e Giovita, come due erano i luperchi iniziati ogni anno ed ancora nel loro martirologio c’è quel riferimento ad Afra, la Santa meretrice martire non battezzata ma che, assistendo al prodigio delle tigri si fece il segno della croce, che supplirà, assieme al martirio, al sacramento. Un aneddoto che non cela similitudini col culto purificante dei Lupercalia, probabile antenato della attuale festa dei single.
Giovanni Di Rubba