All’Archimede di Ponticelli i giovani incontrano lo scrittore Maurizio Maggiani

Per il terzo anno consecutivo il premio Livia Dumontet regala agli studenti grande energia, emozione e cultura.

L’Associazione Livia Dumontet è riservato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della Città Metropolitana di Napoli. Il Concorso, articolato in due gare, una interna alla singola scuola, l’altra tra i vincitori, consiste nella produzione di un elaborato prodotto dalla lettura di un libro. Al primo classificato della gara finale consiste in una borsa di studio.

Al concorso hanno partecipato, anche quest’anno gli studenti dell’ISIS Archimende di Ponticelli e così, il 1 febbraio, la scuola napoletana ha accolto Maurizio Maggiani, scrittore e giornalista italiano, nato a Castelnuovo Magra, il 1 ottobre del 1951.

Diversi i libri dell’illustre ospite, ma per l’occasione l’autore ha scelto di presentare agli studenti di Ponticelli quello con più risvolti legati ai sentimenti: Il romanzo della Nazione.

“Questo romanzo, racconta di una madre e di un padre che si spengono portando con sé, prima nella smemoratezza e poi nella morte, un mondo di certezze molto concrete: la cura delle cose, della casa, dei rapporti parentali. Rammenta la fatica giusta, e ingiusta, di procurarsi il pane, rincorrere i sogni accesi, la lotta politica, la piana assolata quando arriva la notizia della morte di Togliatti” dice Maggiani. “Racconta di come si diventa grandi e di come si fondano speranze quando le speranze sono finite”.

Il romanzo, allestendo un maestoso teatro narrativo, narra della costruzione dell’Arsenale Militare: un cantiere immenso, ribollente, dove accorrono a lavorare ingegneri e manovali, medici e marinai, ergastolani e rivoluzionari, cannonieri e fonditori, inventori e profeti, cuoche e ricamatrici, per spingere avanti destini comuni, avventure comuni, speranze in comune.

Nella mitica contea di Maurizio Maggiani ci siamo tutti, a misurare quanto siamo stati, o meno, ‘fondatori di nazioni’.

Maggiani vanta una vita particolare, emozionante e commuovente; tutti gli studenti si sono commossi nell’ascoltare le sue vicende belle o brutte.

È stato dolce, scherzoso e pessimista. Non si ritiene “uno dei suoi autori preferiti”, anzi ritiene che il suo romanzo sia molto pesante, impegnativo, ma a quest’affermazione non corrisponde il successo di pubblico.

Inoltre, aggiunge Maggiani, che lui non è nessuno, non si ritiene nessuno, però ha una vita, quindi ha una storia, una grande storia perché ogni vita è una grande storia. Forse anche noi non siamo nessuno, eppure ognuno di noi ha una storia, perché ha una vita, e la storia di ognuno di noi può diventare una grande storia.

“L’unico atto di giustizia che la vita ci da e che nessuno ci può togliere – afferma Maurizio Maggiani – è la vita stessa. Nel nascere, ovunque nasciamo, nel vivere ovunque viviamo; ogni storia serve a fare storia.

Noi non siamo la storia quella con la S maiuscola, quella dei libri che bisogna leggere, e studiare, no, non lo siamo. Noi siamo le storie senza le quali non saremmo niente.

Potremmo essere banalmente e stupidamente un ammasso di reperti insignificanti, ma con le nostre storie noi possiamo dare alla nostra storia un senso, una ragione”.

Maggiani dice che sarebbe felice se la sua storia potesse incontrarsi con le nostre, con le storie di ciascuno di noi.

“Sarebbe bello se ci fosse un prato, una piazza dove poter radunarsi liberamente e stabilire tra di noi un patto testa a testa, e mettere la propria storia a disposizione.

Se questo potesse accadere, allora noi fonderemmo una Nazione, perché la Nazione è questa.

Da ciò può nascere o, addirittura possiamo creare il “Romanzo della Nazione”.

Gli studenti sono rimasti affascinati dalle parole dello scrittore, dal suo tono calmo e sicuro.

Ha rappresentato un “giovane” tra i giovani poiché il suo entusiasmo va al di là dell’età e incontra le emozioni di tutti coloro che hanno una vita e una storia da vivere.

Carmen Inno

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