“Candidati inconsapevoli”, indagato anche Gennaro Mola (Pd)

Ufficialmente indagato nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Napoli sui “candidati inconsapevoli” durante le ultime amministrative locali Gennaro Mola, esponente del Pd a Napoli e compagno dell’ ex candidata a sindaco Valeria Valente.

All’uomo i finanzieri della sezione di p.g. della Procura hanno notificato nella giornata di ieri un invito a comparire per rendere interrogatorio martedì prossimo. Ad emettere il provvedimento, il Pm Stefania Buda della Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione coordinata da Alfonso D’Avino. Ad accendere i riflettori della magistratura sulla vicenda le dichiarazioni di una disabile che giorni addietro aveva scoperto di essere stata candidata nella lista Napoli Vale (che sosteneva appunto la Valente) senza essere minimamente a conoscenza della cosa. La Corte d’Appello nello specifico aveva chiesto alla giovane di rendere conto delle eventuali spese sostenute per la campagna elettorale: da indagini successive è emerso che sarebbero ben 9 le candidature “anomale” nella lista Napoli Vale come quella della giovane diversamente abile.

I giudici avrebbero deciso di iscrivere Mola nel registro degli indagati dopo aver ascoltato Salvatore Madonna, indagato a sua volta per aver autenticato le 9 firme irregolari  ai magistrati, Madonna avrebbe dichiarato che a consegnarli l’elenco con i nominativi da vidimare sarebbe stato Gennaro Mola il 6 maggio scorso nella sede elettorale della Valente. Si allarga così a macchia d’olio una vicenda che getta ombre sinistre su noti esponenti del Pd napoletano. Sempre nella ferma convinzione che ogni individuo resti innocenti fino a sentenza definitiva contraria l’accaduto, ha destabilizzato notevolmente un partito  già in vistoso affanno. “Proviamo a immaginare  – aveva tuonato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris – una Napoli non amministrata da un sindaco che ha fatto della lotta alle mafie e alla corruzione ragione di vita. Alcuni individui hanno usato ogni mezzo, persino un dossier di calunnie e diffamazioni contro il primo cittadino uscente che si era ricandidato, pur di raggiungere un obiettivo che invece hanno palesemente mancato”

Alfonso Maria Liguori

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